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Immagine del redattoreLuca Riolfo

VIVERE IL PARCO DELLE ALPI LIGURI

Torniamo a Mendatica dai nostri cari amici della Proloco che tanto amano il loro territorio per informarvi che il 22 Settembre ci sarà la possibilità di vivere insieme una giornata all'insegna della cucina tradizionale - la cucina bianca - mercatini e svariate attività.

La giornata inizierà alle 10:00 della mattina per poi proseguire lungo tutto il pomeriggio dove la città delle malghe per antonomasia si animerà per l'occasione.

Vi riportiamo qui di seguito un estratto relativo alla cucina bianca apparso su una delle nostre riviste a cura del giornalista Stefano Pezzini:

"È un itinerario enogastronomico lungo i sapori della transumanza, là dove «la montagna è ammantata di gente e animali», come scriveva Francesco Biamonti raccontando le Alpi Marittime, oggi diventate Alpi Liguri. Un territorio aspro, dove regna da sempre la pecora brigasca, che deve il suo nome al toponimo che identifica il paese di Briga Alta in provincia di Cuneo e ritorna in La Brigue, paese francese della Val Roya. Un itinerario di cultura, tradizioni, freddo, sudore, sapori, quelli della Cucina Bianca, fatta di farinacei, latticini e ortaggi di montagna, poco colorati come le patate, i porri, l’aglio di Vessalico, le rape, il brusso e la toma. Si sviluppa tra Liguria e Piemonte, Italia e Francia, sui sentieri senza frontiere percorsi della transumanza e del contrabbando, e propone specialità come l’ajè, il flan di scorzonera, gli «streppa e caccia là», pasta preparata in alpeggio, semplice acqua e farina, strappata a pezzetti e gettata direttamente nell’acqua bollente con rape e foglie di cavolo e condita col brusso. 

La cucina mediterranea appare distante, l’olio è un bene prezioso da usare con parsimonia: “cu u truncu” (la dose si otteneva intingendo un rametto nella bottiglia). La strada della Cucina Bianca costituisce un percorso attraverso i territori montani attorno al Monte Saccarello, il monte più alto della Liguria, dalle cui rocce nasce l’Arroscia. 

Tanti i piatti nati dalla povertà nelle malghe, oggi riscoperti e valorizzati nelle trattorie e negli agriturismi. A cominciare dai bastardui, una sorta di gnocchetti nel cui impasto vengono aggiunte verdure sminuzzate e conditi con panna e porri. Il bernardun, invece, è il minestrone avanzato che farcisce una sottile base di pasta da cuocere al forno. 

E poi la brussusa, fatta con gli avanzi dell’impasto del pane con ripieno di aglio o brusso, cotta nel forno a legna. Le minestre e le verdure avanzate, erano aggiunte alla base delle pastelle di farina e uova per fare i friscioi salati. Per i bambini, invece, l’impasto prevedeva fette sottili di mele con l’aggiunta di zucchero, un dolce povero, destinato alle feste. 

Nomi diversi, stessa “minestra”: i minietti, molto digeribili, erano riservati ai convalescenti, alle puerpere, ai bambini o agli anziani.

In un brodo insaporito dall’aglio, con patate tagliate a dadini, al momento del bollore, vengono gettati piccoli grumi di farina lavorati con acqua. Se fatti con farina di castagne, prendono il nome di bugaeli.

La farina di piselli usciva dal mulino mescolata alla farina del grano, l’ideale per una “panissa”. Tagliata a fette, veniva consumata con il latte o il siero della ricotta, “becca” a colazione, condita con olio, aceto, cipolle e aglio tritato per pranzo e cena. Le patate in tà foglia altro non è che uno sformato di patate disposte in una teglia (la foglia) infarinata con latte e porri. 

Le raviore, invece, sono considerate il piatto di Montegrosso Pian Latte. Sono fagottini ripieni di erbe selvatiche tra cui l’erba amara, l’erba luisa, gli spinaci selvatici, menta, ortiche e via dicendo. Tradizionalmente erano conditi con acqua di cottura, poco burro e formaggio pecorino. A Cosio d’Arroscia le raviore, di dimensioni più grandi, sono cotte sulla piastra del forno. I sugeli, evoluzione degli streppa e caccia là, sono acqua e farina, lavorata a gnocchetti con il tipico “corpu de diu”. Il condimento è una salsa a base di brusso. Le Turle, invece, sono grossi ravioli di patate e menta, conditi con panna di latte aggiunta ad un soffritto di aglio (o porro) e nocciole tostate. La turta de patate ha un ripieno di patate, tagliate o schiacciate, “sciura de laite”, cipolla e, a seconda delle stagioni, verza, porro, menta o altre verdure. Simili come ingredienti alla torta di patate sono i turtelli, piccole torte da una porzione, ripieni di patate, molto spesso accompagnati da altri ortaggi come i cavoli. Tre nomi per tre dolci simili, turui, cubaite o cuppette, nient’altro che sottili cialde bianche, fatte con acqua e farina, farcite con miele rosolato e gherigli misti.

Cosa si beve con i piatti della Cucina Bianca? 

Ormeasco, naturalmente, almeno dal 1299 . . .  "

La giornata sarà ricca di attività fin dal mattino con la presentazione dell'ultimo libro di Renata Briano, un'area dedicata al trucca bimbi e alcuni momenti di educazione ambientale. Con la possibilità di visitare la "stanza del volo" il visitatore potrà sperimentare un’esperienza emozionale immersiva durante la quale esplorare, grazie a contenuti audio-video e immagini spettacolari, proiettati da maxi schermi posizionati a terra, con prospettiva “a volo d’angelo”, il vasto territorio del Parco delle Alpi Liguri.

Info e prenotazioni ai contatti della Proloco 338/3045512 - prolocomendatica@gmail.com e sui relativi profili social.

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