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Gli Gnomi di Cianigun e la Vecchia Guidovia

Ceranesi

Ritorniamo a camminare dopo la pausa estiva e il primo sentiero in lista è il percorso verde alla volta del santuario della Madonna della Guardia di Ceranesi, sulle alture retrostanti la Città Metropolitana di Genova. Un luogo di culto assai frequentato che, complice la sua importanza, ha varcato i confini del globo, attirando nei secoli decine di migliaia di pellegrini. La nostra avventura inizia proprio nel cuore del comune di Ceranesi, in località Gaiazza, nei pressi dell'Osteria Parodi che già dalle fattezze esterne rievoca alla memoria la classica cucina delle nostre nonne. A lato dell'edificio troviamo un arco metallico con incisa la scritta: "Percorso Verde Ex Guidovia".
Non è difficile capire che, proprio oltrepassando il manufatto, troveremo l'inizio del nostro percorso. Subito a lato un antico vagone della guidovia è stato riutilizzato in parte per disporre in ordine cronologico una serie di pannelli riportanti varie immagini storiche relative all'infrastruttura voluta appunto per raggiungere in modo agevole il sacrario.
La suggestiva traccia del percorso, in salita fino alla sua sommità, pone sempre in evidenza i binari metallici che fungevano da strada ferrata rendendo per noi impossibile sbagliare direzione.
Nata come collegamento principale per il santuario, la sua realizzazione si rivelò sin dal principio una vera e propria epopea. La prima iniziativa, datata 1651, fu la costruzione di una via agevole, che avesse una pendenza non superiore al 12%, per la quale venne incaricata una compagnia denominata "di Nostra Signora della Guardia" che, sia per mancanza di denaro, sia per opposizione agli espropri terrieri da parte dei contadini locali, fallì miseramente dopo solo averne realizzato appena 50 metri.
I collegamenti che permettevano il raggiungimento del luogo sacro avvenivano prevalentemente a piedi o con l'impiego di taxi-muli con un compenso variabile dalle 3,50 lire sino alle 35 lire. Furono gli anni Venti del Novecento a segnare una vera e propria rivoluzione nel settore dei trasporti; il tecnico piacentino Antonio Laviosa, fautore di un nuovo progetto di locomozione veloce, in grado di potersi muovere affrontando anche pendenze importanti, sicuro e confortevole, inventò l'Autovia (divenuta poi Guidovia). Per mezzo del semplice concetto dell'aderenza su una banchina guidata da rotaie e l'applicazione di un motore a scoppio, Laviosa creò il mezzo più idoneo a collegare il fondovalle alla sommità del monte Figogna.
Malato incurabile ad un polmone, il tecnico piacentino devoto alla Madonna della Guardia, fece un vero atto di fede. Implorando alla Vergine una guarigione improbabile ma miracolosamente ottenuta, si adoperò di persona ad applicare il suo progetto per la costruzione della guidovia genovese. Inaugurata nel 1929 rimase operativa sino alla scadenza della concessione, avvenuta nel 1967; l'avvento delle automobili rese sempre meno frequente il suo utilizzo portando ad un repentino fallimento della società di gestione.
Lungo questa via venne così ideato il percorso verde che percorriamo senza troppa fatica, per quasi 7 chilometri, serpeggiando nel verde del bosco. Alcuni spiazzi ci regalano viste meravigliose sulle alture circostanti, dandoci modo di scorgere alcuni dei forti di Genova che dominano fieramente ognuno la suavetta, distinguiamo molto bene la sagoma del Diamante e del Forte Puin! A metà percorso, ci imbattiamo in un'area attrezzata con alcuni giochi di legno, preludio di un divertente e simpatico anzi, magico, luogo.
In rigoroso silenzio e alleggerendo il nostro passo, ci accingiamo a varcare il regno degli Gnomi di Cianigun.
E' proprio qui che come mute e simpatiche sentinelle, trovano dimora alcuni piccoli ometti dal cappello a punta, pronti a proteggere la flora e la fauna del bosco di Ceranesi. Punteggiato da casette colorate, porte e minuscoli panni stesi che compaiono all’improvviso su alberi, muretti e in mezzo alle rocce, questo angolo di bosco suscita immensa pace e gioia. Un modo originale e divertente per prendere fiato e spezzare la continua salita. Sulla sinistra vi è anche installata una cassetta rossa di BookCrossing gestita dallo Gnomo Muschiotto dove poter scambiare libri e poesie, noi contribuiamo all'iniziativa inserendovi una delle nostre guide! Fateci caso se deciderete di passare di li! Proseguiamo il cammino attraversando alcuni scambi presso i quali le motrici della guidovia effettuavano le soste comandate, e ci dirigiamo verso nord ovest.
Suggestivo sarà in alcuni punti l'attraversamento del sentiero che si dilunga all'interno di un paio di gallerie di corta percorrenza. Dobbiamo dire che questa è la prima volta che ci capita di incontrare così tante persone sul percorso e di sicuro non è solo per via del meteo favorevole. Lungo la prima parte del tracciato infatti, ci siamo fermati a parlare con un contadino, il quale, oltre ad averci raccontato un po' di storia locale, ha accennato al fatto che sono soventi i pellegrinaggi lungo questa via dismessa.
Arrivare alla cappella dell'apparizione ci impegna circa 1 ora e mezza di tempo, complice il fatto che sia la nostra prima uscita dopo un lungo periodo di stop estivo.
Cappella e santuario sono edificati a pochi metri di distanza l'una dall'altro e noi, dopo esserci ricomposti un momento dalla fatica, ci concentriamo sul santuario.
In stile cinquecentesco, a pianta a croce latina con tre navate, l'interno del santuario presenta mirabili affreschi che raccontano l’apparizione Mariana, alcune scene della vita della Madonna, la gloria di Maria tra gli angeli e i Santi protettori della Repubblica di Genova. Nella parte inferiore invece, troviamo il racconto dell’arrivo di Colombo nel nuovo mondo e altri episodi meglio rappresentativi della storia della Superba. La cupola ottagonale alta 40 m è un vero e proprio "faro" per i fedeli. Ai piedi della statua della Vergine vi è collocata la "Rosa d’Oro", dono di Papa Benedetto XVI nella sua visita al Santuario avvenuta il 17 maggio 2008. Terminata la nostra visita ci rechiamo all'antico ristorante "Ö Strixeü", attivo sin dal 1830, tramandando le ricette della famiglia Strizoli fino ai giorni nostri, propone ogni giorno piatti casalinghi con prodotti rigorosamente freschi e genuini. Finito il pasto e con la pancia piena ci rincamminiamo verso l'auto provando ad effettuare un taglio al tortuoso percorso dell'andata, solcando alcuni trail solitamente dedicati alle biciclette; scelta azzardata ma che ci fa risparmiare più o meno 45 minuti buoni per rientrare al posteggio improvvisato su via San Pietro.

Route in numbers

h 4:00

Travel time

12,50 Km

Path Length

460 mt

Difference in altitude

Gallery Path

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