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Terre D'Ormeasco

Ranzo

Il nostro intento di oggi è quello di visitare uno dei comuni della Valle Arroscia, l'ultimo (o il primo a seconda da dove si giunga) della provincia di Imperia ai confini con il savonese. Siamo nella zona più bassa in cui si può coltivare l'Ormeasco; un vitigno che, secondo un'antica leggenda, sarebbe stato portato nella zona di Ormea (da cui prende il nome) dai Saraceni intorno all'anno 1000, e da li successivamente diffuso in tutta la Valle Arroscia. Il merito della sua diffusione iniziale sarebbe stato soprattutto del marchese di Clavesana, la nobile famiglia che governava la Valle nel 1300, che dette ordine di impiantare sulle terre della casata solo questo tipo di vitigno essendo, per suo gusto, un prodotto prelibato.
L’Ormeasco è un'eccellenza della provincia di Imperia, presente fortemente nei comuni di Pieve di Teco, Pornassio e dell’Alta e Media Valle Arroscia. Oltre alla vinificazione in rosso, è prevista anche una versione rosata, lo Sciac-trà (letteralmente pigia e svina, cioè prima che le uve colorino troppo il vino).
Arriviamo quindi a Ranzo, nel capoluogo di Borgo, per effettuare un trekking facile e veloce insieme a Carlotta, titolare dell'Azienda Agricola "A Maccia", produttrice di vino e amante degli animali. Questa è una tra le tante esperienze che si possono fare nella sua piccola, grande realtà. Una passeggiata adatta a tutta la famiglia.
Cominciamo il cammino proprio dalla piazza del comune, su asfalto, per dirigerci all'interno del borgo. Caratteristiche case in pietra fanno da cornice al primo tratto di itinerario. Passiamo velocemente ai margini di un antico acquedotto romano avvolto da vegetazione rampicante e ad un lavatoio comunale ormai dismesso. Seguiamo una segnaletica verticale riportante la dicitura "Sentiero delle vigne" che ci accompagnerà per metà percorso. Passati alcuni tornanti giungiamo alla stalla dove risiedono gli asini di Carlotta, 4 simpatici esemplari che ci accolgono nella speranza di gustare qualche carota! E' possibile continuare parte del trekking anche in groppa ad alcuni di loro. Noi procediamo in direzione nord-ovest verso i vigneti coltivati a Pigato e Vermentino e gli oliveti, dove nasce un olio extravergine di oliva davvero di qualità. Alcuni alberi che incontriamo lungo il tragitto sono ultra centenari, lo notiamo dalle dimensioni dei tronchi. Al fresco delle fronde, intenta a brucare il fieno, troviamo una portentosa cavalla di nome Rose che coccoliamo per qualche minuto. Giunti sino alla sommità dei possedimenti dell'azienda agricola, il panorama montano si apre davanti a noi. Siamo all'ombra dei monti Riondo, Sprandega e Guardiabella, il più alto, con i suoi 1218 mt.
Riscendiamo velocemente su asfalto per tornare sulla provinciale dove ci imbattiamo dapprima in una chiesetta intitolata alla Madonna delle Vigne e successivamente, oltrepassando un archetto, al ponte sul fiume Arroscia. L'acqua cristallina rende visibili numerosi pesci, probabilmente carpe o cavedani.
Imbocchiamo un altro anello tra viti e alberi da frutta. Questo sentiero è privo di indicazioni ma, mantenendo sempre la sinistra, si ritorna facilmente alla provinciale. Carlotta ci accompagna nel suo appezzamento dedicato all'Ormeasco mostrandoci la diversità del grappolo e della foglia che lo distinguono senza alcun dubbio da Vermentino, Pigato e Rossese.
Siamo quasi giunti al completamento del nostro secondo anello della giornata.
Usciamo dallo sterrato e ci ritroviamo davanti alla parrocchia di Ranzo dedicata a N.S. Assunta, costruita dai Benedettini nell’XI secolo e restaurata in epoca barocca. Di particolare interesse artistico sono gli affreschi che decorano il protiro pensile della facciata, attribuiti a Pietro Guido: pittore originario di Ranzo che si formò nella bottega dei piemontesi Matteo e Tommaso Biasacci da Busca, che si erano stanziati in Liguria nel 1474. Nato presumibilmente tra il 1460 e il 1470 e documentato a Genova fra il 1499 e il 1503, Pietro Guido svolse la sua lunga attività soprattutto nel ponente ligure, come divulgatore sempre più arcaizzante della tradizione di Giovanni Canavesio e dei Biasacci. Altri affreschi importanti di sua fattura si trovano nella vicina chiesa di San Pantaleo, eretta nella parte bassa del paese.
Ripercorriamo parte della provinciale attraversata in auto all'andata fino a tornare al punto di partenza, presso la piazza del municipio.Terminata la nostra "trekkinata" nella natura, Carlotta ci presenta il suo compagno Fulvio, agrotecnico come lei, con la passione della cucina.
Da gentilissimi padroni di casa ci offrono un calice del loro fiore all'occhiello, l'Ormeasco, accompagnato da una serie di stuzzichini e focaccia davvero ottimi!
Assaggiamo anche il loro olio extravergine di oliva monocultiva taggiasca su fette di pane fatto in casa.
Carinissima la visita alla cantina sottostante all'azienda, alla quale accediamo attraverso un imponente cancello decorato con grappoli d'uva ben rappresentativi della loro realtà. Nella corte dell'edificio è possibile visitare un giardino strutturato su più livelli, con i caratteristici muri a secco, dove si possono trovare le classiche erbe aromatiche tipiche di Liguria. Per effettuare le attività è obbligatoria la prenotazione.

Route in numbers

h 2:00

Journey

5,50 Km

Route Duration

40 mt

Difference in altitude

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