Diano San Pietro e Diano Castello
Chiesa Madonna Della Neve
Parcheggiamo nei pressi della chiesetta della Madonna della Neve, dove
troviamo subito una casetta colorata con uno sharing di libri che ha rapito la
nostra attenzione!
Percorriamo un bel pezzo di via ai Prati, la strada è una stretta asfaltata piena di
tornanti ma, a tagliare tutto, troviamo davanti a noi un sentiero che sbuca in
diagonale su un tornante.
Teniamo sempre la sinistra fino a giungere, dopo una buona mezz'ora di
cammino, ad un quadrivio senza indicazioni. Con l'aiuto del GPS prendiamo e
manteniamo sempre la nostra sinistra con meta Diano San Pietro, passando per
terreni pieni di alberi di ulivo. Tutte fasce contenute da muretti a secco e
tantissime reti appena distese per la prossima raccolta delle olive taggiasche,
tipiche della zona.
Ad un certo punto troviamo un cartello che indica la zona in cui siamo, Cassaluvo,
e leggiamo con attenzione ciò che è riportato.
"Cassaluvo - alt. 315 mt S.I.M. (letteralmente Sopra I Menabelino)" inutile dire
che la sconfinata nomea della tipica accoglienza ligure non ha confine alcuno!
In ligure il "Menabelino" è spesso associato ai "foresti" che invadono ogni angolo
della regione ma anche semplicemente a disturbatori della quiete altrui.
Continuiamo la camminata in discesa ammirando sotto di noi Diano Marina e il
mare sullo sfondo.
Giungiamo quindi alle frazioni Trinità e Moltedo, piccoli borghi dove a far da
padrone sono le chiese della SS Trinità e di San Pantaleone.
Da questo punto, prima di raggiungere il borgo centrale di Diano San Pietro, sulla
nostra sinistra, la nostra strada diventa tutta asfaltata e abbastanza pericolosa
da percorrere per via del traffico urbano.
La visita è davvero brevissima, non c'è molto che ci intrattiene, così decidiamo di
andare a vedere la vicina Diano Castello, sul versante opposto. Passando la stazione ferroviaria, subito dopo una rotonda, troviamo una
mulattiera sulla nostra destra (nei pressi del ristorante villa Govi) che si inerpica
ripidamente verso il paese arroccato.
Scopriamo subito che, a discapito del nome, nel paese non c’è nessun castello. La
parola latina castrum, infatti, indica genericamente una città fortificata,
protetta, cioè, da mura difensive. Le porte attraverso le quali era possibile
accedere a Diano Castello erano quattro:
Tra un edificio storico e l’altro, molti cartelli indicano la presenza di alcune Lone,
Queste antiche cisterne d’acqua sono ubicate in abitazioni private e per cui
difficilissime da ammirare, noi troviamo possibilità di vedere quella a fianco del
convento, proprio sotto le logge.
Altra chicca che troviamo girovagando per i caruggi è la chiesa medievale di
Nostra Signora dell'Assunta. Entrando, il fascino dell'unica navata con
copertura lignea a capriate, ci catapulta indietro nel tempo!
Ormai si è fatto tardi e recuperare l'auto è diventata la nostra priorità.
Ripercorriamo la strada che ci ha portati sino a qui a ritroso, inserendo sul GPS
le indicazioni salvate che ci riporteranno al parcheggio.
Arrivati al ponte che sovrasta il torrente Evigno, ci troviamo davanti la chiesa di
San Pietro dove, poco dietro, sale una mulattiera che taglia la montagna in
verticale, sempre contornata da uliveti. La salita, a questo punto della giornata,
è davvero tosta ma in mezz'ora ci riporta a dove siamo partiti.
Percorso in numeri
h 3:45
Percorrenza
12,00 Km
Durata Percorso
440 mt
Dislivello