Da piazzetta Santa Limbania, all’ estremo ponente di Voltri, saliva via alla Cannellona o delle Capanne, che dal XIII secolo, giungeva a Masone e proseguiva lungo la Valle Stura e di cui rimane una memoria storica in una vecchia targa affissa su di un lato dell’omonima chiesa che così recita “è vietato, sotto pena di contravvenzione, il transito dei carri ed il trasporto del legname a strascico per la strada comunale dei Giovi”. Lungo questa via, a circa un chilometro dal centro di Volti, esiste, ancor oggi, un sinistro edificio chiamato Cà de anime, “un vero archivio di storie di spettri e d’assassini” come la definisce Michelangelo Dolcino.
Era, anticamente, l’unica locanda esistente nella zona e, dunque, tappa d’obbligo per pellegrini e mercanti. Il suo proprietario, oltre a fare l’albergatore, aveva il cattivo “vizietto” di offrire un riposo, ahimè, quello “eterno” agli avventori più facoltosi. A capo di una banda di briganti, formata da congiunti e camerieri, faceva accomodare l’ospite prescelto in una stanza al primo piano, lontana da occhi ed orecchi indiscreti, e qui si compiva il misfatto. Nonostante le denunce di scomparsa alle autorità competenti, la lentezza delle comunicazioni e il brigantaggio che veniva perpetrato, comunemente, su molte strade, favorì l’impunità dei malfattori che vennero raggiunti dalla giustizia, pare, solo per la defezione di un componente della banda, desideroso di redimersi. Da allora tutti evitarono accuratamente di avvicinarsi al triste edificio finché, dopo la seconda guerra mondiale, spinta dalla necessità, vi prese alloggio una povera famiglia che fu, presto, messa a dura prova da eventi terrificanti: pentole che cadevano dalla credenza, oggetti che si spostavano “de motu proprio” ma, soprattutto, un’effimera apparizione biancovestita che chiedeva notizie del suo fidanzato e che, non trovando risposte confortanti, svaniva lasciando nell’aria un profumo di rose.
Anche Crevari ha la sua Cà de anime nella quale, nottetempo, si ode lo scorrere di un’acqua inesistente, il rumore sinistro di una ramazza invisibile che gratta il pavimento, le voci improvvise di una tv che si accende, inspiegabilmente, da sola e, anche in questo caso, la raccapricciante percezione di presenze sinistre. Sarebbero le anime, senza pace, di una madre e della figlia che, dopo aver caritatevolmente ospitato due viandanti, si videro ripagate di tanta generosità con la perdita della loro vita.
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