top of page

h 3:15

Travel time

8,20 Km

Path Length

440 mt

Difference in altitude

1500px-Flag_of_Italy.svg.png

Oggi partiamo da Loano con due auto perché ne lasceremo una nel piccolo parcheggio di Via Rio Fine, parallelo alla provinciale che da Toirano porta a Balestrino. A bordo dell’altra proseguiamo oltre il centro sulla cui cima svetta la bellissima rocca di Balestrino fino a raggiungere un tornante dove è segnalato l’inizio della Via Crucis.
Il sentiero si addentra subito nel bosco e sale lungo il versante direzione Poggio Grande. E’ ben segnalato e battuto perciò impossibile perdersi, inoltre lungo il cammino si incontrano delle croci di legno che rappresentano le varie stazioni della Via Crucis. Purtroppo notiamo che ne mancano alcune forse anche a causa di frane che vediamo aver interessato il percorso, soprattutto nella parte finale, proprio sotto il Santuario di Monte Croce. Lo raggiungiamo in poco meno di un’ora ma transenne e cartelli di lavori in corso ci impediscono la visita all’interno.
Essendoci già entrati e avendone scritto in precedenti pubblicazioni, non ci soffermiamo al poggio se non per una veloce sorsata d’acqua e riscendiamo lungo l’ultimo tratto di Via Crucis per deviare pochi metri più avanti, all’altezza dell’ultima stazione, sul percorso contrassegnato con la classica segnaletica a bande rossa e bianca, denominato il "Sentiero delle Carbonaie".
Il fondo del sentiero risulta sconnesso ma la traccia da seguire è ben visibile. Lungo la discesa si trovano spesso piazzole dove venivano costruite le carbonaie, cataste di legna (originariamente di faggio, anche se qui ci si arrangiava con la vegetazione mediterranea) dalle quali lentamente si otteneva il carbone. Rimaniamo sempre nel bosco, fatta eccezione per il susseguirsi di alcuni tratti rocciosi, fino a scendere dal ripido e stretto sentiero, su una sterrata dove dovremmo tenere la sinistra. Dico dovremmo perché, deviando per un breve tratto alla nostra destra (la palina indica direzione Borghetto) possiamo ammirare una particolare casella inglobata in un classico muro di contenimento "a secco", precedendone un'altra più piccola posta nella piccola fascia sotto la strada.
Ad eccezion fatta per questa piccola deviazione, ritorniamo al punto dove sentiero e sterrata si intersecavano, per dirigerci dritti per qualche metro e imboccare il sentiero che scende alla nostra destra, sempre contrassegnato dalle bande rosse e bianche. In poco più di cinque minuti arriviamo così ad un incrocio posto proprio nei pressi del ponte dell'Utra (consigliamo di ammirarlo dal basso percorrendo pochi metri del sentiero che scende verso sinistra), splendida costruzione ad una sola arcata a tutto sesto di incerta datazione.
Mentre la nostra traccia segue adesso la segnaletica a bande rossa e gialla, rappresentante i sentieri appartenenti al circuito delle Terre Alte, ci apprestiamo ad abbandonare il cuore vivo della vallata.
Il sentiero diventa pianeggiante e gli spazi aperti alla nostra sinistra poco sopra il letto del torrente Barescione, da cui il nome della Località posta poco più a valle, ci permettono di ammirare la rocca di Balestrino senza accorgerci del vecchio borgo posto alla base, diroccato e abbandonato negli anni sessanta a causa di pericolosi movimenti sismici.
Percorsi circa 800 metri dovremmo prestare attenzione ad imboccare lo stretto sentiero, non segnalato, che sale ripido alla nostra destra. Ci addentriamo così nuovamente tra gli arbusti di erica e di macchia, cominciando a risalire il versante. Da qui in poi seguiamo sempre la traccia battuta fino a ritrovarci nel bosco e, all’altezza di un bivio e di un capanno da caccia, ci apprestiamo a prendere il sentiero che scende a sinistra. In questo modo sbuchiamo esattamente dietro alla piccola cappella intitolata alla Madonna della Guardia. Dal piccolo spiazzo a lato dell’edificio si gode di una splendida vista di Boissano e Toirano fino al promontorio di Varigotti.
Girandoci velocemente attorno ci si accorge fin da subito di quanto sia piccola e di modesta fattura, anche se siamo sicuri che l’abbiate notata anche voi quando percorrete la provinciale che da Toirano porta a Balestrino. Se non vi è ancora capitato, provate a farci caso, si tratta dell'unico tocco di bianco e rosato che emerge dalla fitta vegetazione posta ai piedi del Monte Acuto.
Una domanda ci sorge spontanea però: data la vicinanza al più blasonato Santuario, perché è stata costruita questa piccola cappella?
E ad opera di chi?
Dopo un'accurata documentazione, scopriamo che la chiesetta della Madonna della Guardia, al confine tra il comune di Balestrino e la giurisdizione della parrocchia di Toirano, è il più piccolo santuario di culto privato della Liguria.
Venne edificata a più riprese sulla base di un tempio decisamente più famoso, costruito da un contadino/muratore genovese di nome Benedetto Pareto, che ebbe in visione la Madonna e che miracolosamente scampato ad un incidente, chiese l’aiuto dei compaesani per edificarlo nel punto esatto dove la Vergine gli aveva indicato. Si, esatto, parliamo della Madonna della Guardia del monte Figogna di Genova.
Databile più o meno attorno al 1800, questo Santuario ottenne in dono da parte degli eredi del Marchese Del Carretto, una statua della Madonna della Guardia in marmo bianco, purtroppo trafugata qualche anno fa e sostituita con una copia fedele dell'originale.
Attualmente la chiesetta è chiusa al pubblico ma si può scorgerne l’interno dalle finestrelle poste a lato dell’ingresso.
Viene aperta da parte dei coniugi eredi Marina e Sergio Pertuso, solamente in occasione della festa di fine agosto per la tradizionale messa, dove Marina assume il ruolo di unica campanara ligure. Riprendiamo ora il nostro percorso scendendo per i ripidi scalini che sporgono dal muro antistante il sagrato, in classico stile ligure, irregolari nella forma e nelle misure.
Voltiamo a sinistra per seguire lo sterrato che, tornante dopo tornante, ci riporta sul sentiero delle Terre Alte, che abbiamo abbandonato in precedenza.
Lo si ritrova proprio nei pressi di un rudere infestato da rovi ed edera. Giunti a questo punto ci dirigiamo a destra, in leggera discesa, fino ad incontrare il torrente quasi in secca.
La poca presenza di acqua ci permette di guadarlo saltellando su alcune pietre sapientemente poste in successione per permetterci di passare senza bagnarci le scarpe.
Diversamente, se ci fosse stata più acqua, sarebbe bastato spingerci un pochino più a valle dove il corso del torrente pare essere concentrato in un'ansa più stretta, offrendo la possibilità di sfruttare un paio di assi come ponticello improvvisato, ma non è il nostro caso.
Continuiamo ora sullo sterrato che ci si presenta davanti dirigendoci verso valle, mantenendo il fiume alla nostra destra, sempre dritti, fino a raggiungere un caseggiato a destra con alcune vetture abbandonate nel cortile.
A lato di un cancello un asinello curioso si avvicina in cerca di attenzione, mentre alcuni galli e galline razzolano nella corte.
La fine dell'itinerario è ormai prossima, proseguiamo sempre diritti su di un sentiero che costeggia un uliveto prima e una stalla con alcuni cavalli e capre appena dopo.
La borgata in cui sbuchiamo prende il nome di Località Pezzin, e si sviluppa a pochi passi dal posteggio di Via Rio Fine, dove dobbiamo recuperare la seconda auto, tornare a Balestrino per riprendere anche la prima e completare la nostra giornata.

1200px-Flag_of_the_United_Kingdom.svg.png

Route gallery

bottom of page