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h 3:00

Tempo di Percorrenza

10,50 Km

Lunghezza Percorso

370 mt

Dislivello

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L'itinerario di oggi ha inizio dal comune di Vezzi Portio dove parcheggiamo la nostra auto. Un cartello posto sulla strada in salita alla nostra sinistra ci indica le Rocche Bianche, seguiamo il segnavia cerchio rosso con all'interno una riga orizzontale. Da questo punto in avanti percorreremo un bel tratto di asfaltata prima di raggiungere il primo pezzo di sterrato, molto largo e transitabile perfino con un auto adeguata. Vi consigliamo pertanto di avvicinarvi almeno fino all'imbocco dello sterrato. La strada procede senza alcuna deviazione intervallando sterrato e strada carrabile fino a raggiungere le prime cascine situate in località Cà di Gatti. Cominciamo a vedere le prime insegne di strutture ricettive e, alla nostra sinistra, una strada in discesa ci indica la via alla cava delle Rocche Bianche.
Noi continuiamo in salita per pochi metri e giunti allo slargo notiamo alla nostra sinistra un monumento dedicato ai partigiani. La cava infatti fu uno degli scenari degli scontri del 27 e 28 novembre del 1944 durante i quali i partigiani respinsero un imponente rastrellamento fascista. Nel dopoguerra i comuni di Vado Ligure e Quiliano sospesero l'attività estrattiva nella cava per lasciare a futura memoria la trincea e le postazioni di combattimento. L'attuale monumento è stato ricostruito nel 1995 dopo aver subito un atto vandalico. Proprio sopra la cava, sferzate da un vento gelido, ecco palesarsi davanti a noi le famose Rocche Bianche.
Seguiamo il sentiero che si inerpica fino alla vetta del bric Frabosa a quota 673 metri, risalendo uno scoglio di quarzite. Da qui si gode di un panorama a 360 gradi, dalla zona tra il Settepani e il Monte Alto fino alle zone costiere dell'albenganese, dalla displuviale della Val Merula con il Pizzo d'Evigno a farne da padrone fino agli altipiani e le valli del finalese, con le borgate dell'entroterra ben visibili. Volendo, a questo punto, seguendo il sentiero principale, è possibile ricollegarsi all'itinerario raccontato poche pagine prima, ovvero la faggeta di Benevento e Colla San Giacomo.
Non replicando un altro itinerario, ritorniamo seguendo il sentiero che devia bruscamente a sinistra e che è "chiuso" da una catenella bassa che sfiora il terreno. Qui ci ricolleghiamo al sentiero sulla cima della cava che porta al bric Frabosa.
La cresta del bric è particolarmente brulla, la tipica macchia mediterranea comincia a far capolino dopo qualche minuto di cammino.
Seguire il sentiero in cresta che si dirige verso sud è la scelta più panoramica. Alcune deviazioni incontrate lungo il percorso in discesa, si andranno a riunire qualche centinaio di metri più avanti, perciò non ha senso andarle ad esplorare. Entriamo nel bosco vedendo già in lontananza le prime case di località Croce.
Dopo aver superato un rudere di notevoli dimensioni ed una graziosa insegna che indica Il nido del Gufo, manteniamo la sinistra proseguendo sull'ampia sterrata.
Ci teniamo sempre nel bosco appena al di sopra delle case e nonostante la sterrata sia utilizzata anche dalle auto non è assolutamente trafficata. Percorso qualche centinaio di metri ci ritroviamo sulla via che abbiamo imboccato all'andata e della quale avevamo ignorato le deviazioni a valle. In poco meno di mezz'ora siamo nuovamente sulla carrabile che porta al comune di Vezzi Portio. Riprendiamo l'auto ma non prima di aver dato un'occhiata al panorama che si gode dalla terrazza posta alla sinistra del comune: tutta la vallata sottostante che si affaccia sul versante di Boragni e più avanti Orco Feglino.
Cala il sole sulle montagne e ci godiamo un magnifico tramonto.

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Today's itinerary starts from the town of Vezzi Portio where we park our car. A sign placed on the uphill road on our left indicates Rocche Bianche, we follow the red circle marker with a horizontal line inside. From this point on we will travel a nice stretch of asphalt road before reaching the first piece of dirt road, very wide and passable even with an adequate car. We therefore recommend that you approach at least as far as the mouth of the dirt road. The road proceeds without any detour alternating dirt and driveway until we reach the first farmsteads located at Cà di Gatti. We begin to see the first signs of accommodation facilities and, on our left, a downhill road shows us the way to the Rocche Bianche quarry.
We continue uphill for a few meters and upon reaching the widening we notice on our left a monument dedicated to partisans. In fact, the quarry was one of the scenes of the clashes of November 27 and 28, 1944, during which the partisans repelled a massive fascist roundup. After the war, the municipalities of Vado Ligure and Quiliano suspended mining in the quarry to leave the trench and fighting positions for future memory. The current monument was reconstructed in 1995 after being vandalized. Just above the quarry, lashed by an icy wind, here are the famous Rocche Bianche paling before us.
We follow the trail that climbs to the summit of the Frabosa bric at an elevation of 673 meters, ascending a quartzite cliff. From here there is a 360-degree panorama, from the area between Settepani and Monte Alto to the coastal areas of the Albenga area, from the Val Merula displuvial with Pizzo d'Evigno towering over it to the plateaus and valleys of the Finale area, with the inland hamlets clearly visible. Wanting, at this point, to follow the main trail, it is possible to reconnect with the itinerary recounted a few pages earlier, namely the Benevento beech forest and Colla San Giacomo.
Not replicating another itinerary, we return by following the path that deviates sharply to the left and is "closed" by a low chain that skims the ground. Here we reconnect with the trail on top of the quarry that leads to the Frabosa bric.
The ridge of the bric is particularly barren, typical Mediterranean scrub begins to peep out after a few minutes of walking.
Following the ridge trail heading south is the most scenic choice. Some detours encountered on the way down will come together a few hundred meters further on, so there is no point in going to explore them. We enter the forest already seeing the first houses of Croce locality in the distance.
After passing a sizable ruin and a pretty sign indicating Il nido del Gufo (The Owl's Nest), we keep to the left continuing on the wide dirt road.
We keep to the woods just above the houses, and although the dirt road is also used by cars, it is not trafficked at all. After a few hundred meters we find ourselves on the road we took on the way out and whose detours downstream we had ignored. In a little less than half an hour we are again on the roadway that leads to the town of Vezzi Portio. We take the car back, but not before taking a look at the view from the terrace to the left of the commune: the whole valley below overlooking the Boragni slope and further on Orco Feglino.
The sun sets over the mountains and we enjoy a magnificent sunset.

Gallery percorso

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