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h 5:20

Tempo di Percorrenza

12,80 Km

Lunghezza Percorso

640 mt

Dislivello

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Siamo in un giorno molto particolare, è il 21 gennaio 2022, ovvero il compleanno del Camallo (Grazie, grazie vi sento che tra voi mi state facendo gli auguri!!) D'ogni modo Luca oggi riceve il regalo più grande che potesse desiderare, sua moglie si è presa ferie e gli propone: facciamo qualcosa insieme? Bene, mettiti le mie scarpe che andiamo a camminare.
Come avrete intuito dagli altri numeri di Due Zaini e Un Camallo lei non ama particolarmente il trekking ecco perché il regalo è molto gradito. Partiamo da Varigotti nei pressi del Bar Varicotti's per iniziare la trekkinata su asfalto. Qui ha inizio la strada per Isasco, proprio alle spalle del campo sportivo. Il percorso non sarà difficoltoso ma il dislivello maggiore lo si percorre quasi tutto subito. Iniziamo a salire per i tornanti, potendo rimirare alla nostra sinistra uno stupendo panorama della linea blu dell'orizzonte sullo sfondo azzurro del cielo. Pochi minuti di marcia e seguiamo la Strada del Pino, indicata dal segnavia del Sentiero Liguria. L'ampia mulattiera si inerpica fino all'avvallo su cui sorge l'omonima borgata, caratteristica e affacciata sul mare. Aggiriamo le case tenendo la destra, e proseguiamo fino a raggiungere la strada carrabile principale. La seguiamo verso destra per pochi metri, quindi nuovamente la palina con segnale SL ci esorta a svoltare a sinistra lungo la mulattiera che sale tra fasce terrazzate e alcune case isolate. Raggiungiamo località case Giasenta dove la mulattiera si inerpica bruscamente tagliando una zona rocciosa, facendoci passare per località Bricco prima e La Villetta poi.
Ignoriamo un paio di innesti che probabilmente conducono ad abitazioni di tutto rispetto! Raggiungiamo così Isasco e siamo ad un terzo del percorso. La zona oggi è completamente urbanizzata, villette e casali con terreni coltivati ne decorano i pianori assolati, ma durante i lavori per la costruzione della strada asfaltata che collega Varigotti all'altopiano delle Manie, proprio qui, vennero ritrovati i resti di una necropoli di età romana risalente al periodo imperiale, comprendente una quarantina di tombe.
Siamo arrivati al culmine della salita e cerchiamo l'innesto sulla destra lungo l'ampio sentiero della 24h di Finale Ligure, attenti ai bikers mi raccomando!
Da qui in poi la sterrata che percorreremo sarà tutta immersa nel bosco, caratterizzata da lievi saliscendi.
Percorsi più o meno un paio di km e attraversata Pian delle Pietre, in corrispondenza du Cian De Strie, prendiamo la sinistra direzione Noli, che ci vedrà impegnati in 50 minuti di discesa.
Usciti dal bosco imbocchiamo una stretta asfaltata che ci porta al cospetto delle scuole elementari di Noli. Dal parcheggio antistante l'edificio prendiamo la destra e seguendo il Rio Noli percorriamo Via Fiumara che ci porterà alla chiesa di San Paragorio che, con un permesso speciale, riusciamo a visitare anche se fuori periodo.
Alcuni scritti testimoniano che nel XIII secolo divenne la prima cattedrale della nuova diocesi nolese; le sue fondamenta sono erette sopra un'antica area cimiteriale, interessata negli ultimi decenni da scavi archeologici e che hanno restituito importanti testimonianze del passato romano e medievale. L'edificio in pietra presenta una facciata, quella occidentale, priva di alcun tipo di finestra o bucatura, a parte una feritoia a forma di croce posta sulla sommità. L’edificio a tre navate e tre absidi pare sia il continuo di alcuni resti di antiche strutture riconosciute luoghi di culto contenenti anche un antica fonte battesimale di fine V secolo e probabilmente di una piccola chiesa votiva di età longobardo-carolingia (VIII secolo). Poco nota è invece la storia del santo a cui è intitolato l’edificio, San Paragorio. Probabilmente si tratta di un soldato martirizzato in Corsica e il cui culto giunse via mare alla sponda ligure, approdando a Noli. Stessa sorte, secondo la tradizione locale, toccò all’imponente crocifisso in legno colorato: con tutta probabilità si tratta di una copia duecentesca del celebre Volto Santo di Lucca, manufatto di origine orientale con il caratteristico lungo camice (colobium).
Il crocefisso è oggetto di devozione soprattutto da parte della comunità di pescatori, molto attiva ancora oggi.
Al mattino li si può vedere rientrare dalla nottata di pesca per poi vendere ciò che il mare ha donato proprio sulla passeggiata dove è allestita un'area a loro dedicata. Uno spettacolo di altri tempi a cui val la pena assistere!



Un'altra storia che arriva direttamente dal mare riguarda una roccia dalle sembianze di leone, che svetta lungo la via Aurelia scavata nel promontorio tra Varigotti e Noli. La leggenda narra che nel I secolo d.C Leone, un marinaio della Repubblica marinara di Noli, abbia voluto viaggiare in Africa per vedere più da vicino gli esemplari di cui lui stesso portava il nome.
Dopo anni di viaggio arrivò in Africa, precisamente in Marocco. Qui si spinse alla ricerca dei leoni e quando li vide gli piacquero talmente tanto che alla fine decise di portarsene uno via con sé.
Tornato a Noli il marinaio rinchiuse il Leone sulle alture dell'altopiano delle Manie. In questo modo poteva chiamare amici e parenti per far ammirare questo fantastico esemplare, unico nel suo genere, in Liguria.
Il leone però non smetteva mai di ruggire per mancanza della sua compagna da cui era stato separato, che lo chiamava dalle spiagge del Marocco. Una notte il leone riuscì a fuggire dalla sua gabbia spingendosi verso le rocce di Capo Noli, proprio sotto l'Antro dei Briganti (che raggiungeremo più tardi) continuando a ruggire verso il mare.
Qui un mago, infastidito dai continui lamenti del Leone e della sua amata, decise di trasformare l’animale in pietra, per zittirlo. Rimase così, immortalato a picco sul mare a guardare verso la sua casa lontana.
Si narra che ancora oggi, nelle giornate di vento di mareggiata, si possano sentire i ruggiti della leonessa in cerca del suo compagno, da cui non ha mai più ricevuto risposta. Chiara ed io ci fermiamo in spiaggia per una sosta ristoratrice presso La Baracchetta di Noli, un elegante "chiosco" in riva al mare che offre una graziosa cucina del territorio, orientativamente di mare. Un primo piatto e via, sulla strada del ritorno. Proprio alle spalle della chiesa di San Paragorio andiamo alla ricerca dell'imbocco del Sentiero del Pellegrino e della Passeggiata Dantesca. Con rammarico vediamo che è chiuso per manutenzione, così seguiamo la segnaletica e ci dirigiamo nuovamente sulla via Aurelia, più precisamente all'altezza dell'Hotel Capo Noli dove un cancello in ferro sulla destra è l'imbocco per una via secondaria al sentiero che conduce alla "Passeggiata Dantesca".
Tale denominazione è un omaggio a Dante Aligheri, che attraversò la zona in occasione del suo viaggio verso la Francia nel 1306. E, non a caso, fa una citazione a riguardo nel canto IV del Purgatorio: “Vassi in San Leo e discendesi in Noli”Percorrendo alcuni tornanti ritorniamo a prendere quota velocemente fino a raggiungere i resti della Chiesa di Santa Margherita.
Edificata dagli abitanti nolesi intorno alla metà del secolo X su di uno spiazzo pianeggiante, la sua posizione strategica fa si che dalla “terrazza panoramica” posta sul retro dell'abside, l'affaccio privilegiato ci permetta di godere per intero della vista sulla baia di Noli.
Una piccola deviazione sulla sinistra conduce all’Eremo del Capitano d’Albertis. Ormai in fortissimo stato di abbandono, l'ex abitazione è tutta transennata e pericolante, in attesa di manutenzione. Fu un’abitazione piuttosto “umile” dove l’esploratore e navigatore genovese trovò rifugio negli ultimi anni dell’800.
Riprendiamo l'innesto per il sentiero principale e, dirigendoci in direzione "Semaforo" raggiungiamo in piena curva l'ingresso del piccolo sentierino che conduce all'Antro dei Falsari di cui vi abbiamo già raccontato in un altro nostro itinerario edito su di un precedente numero!
La ripida discesa di circa 200 m che porta all’ingresso della Grotta dei Briganti è davvero scoscesa e scivolosa ma vale la pena percorrerla.
Da qui in poi dovremo abbandonare la segnaletica della Strada Dantesca per proseguire sul Sentiero del Pellegrino, identificato dalla tipica conchiglia dorata.
La via si districa tra la vegetazione della macchia mediterranea che ogni tanto ci regala lo spettacolo della costa ligure. Iniziamo quindi la vera e propria discesa che ci riporterà a Varigotti passando, verso la fine, davanti al Mausoleo Cerisola. Fu un marinaio di Varigotti che rientrò in Liguria a metà degli anni ’70 ma trascorse parte della sua vita in Australia dove divenne “famoso” poiché salvò molte persone durante un naufragio. Questo episodio venne ricordato da coloro i quali salvò la vita che proprio qui, sul sentiero davanti al suo orto edificarono insegne di ringraziamento, molte in inglese. Tornare all'auto da qui è un attimo, trovata l'asfaltata che attraversa i parcheggi presso punta Crena, percorriamo la parallela all'Aurelia e in meno di dieci minuti torniamo al punto di partenza.

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We are on a very special day, it's 21 January 2022, which is Camallo's birthday (Thank you, thank you I can feel you among yourselves wishing me a happy birthday!!) Anyway, today Luca receives the greatest gift he could wish for, his wife has taken a holiday and proposes: shall we do something together? Well, put on my shoes, we're going for a walk.
As you may have guessed from the other issues of Due Zaini e Un Camallo, she doesn't particularly like trekking, which is why the gift is very welcome. We set off from Varigotti near Bar Varicotti's to begin the trek on asphalt. This is where the road to Isasco begins, just behind the sports field. The route is not difficult, but we cover almost all of the major height difference immediately. We begin to climb up the hairpin bends, being able to admire on our left a stupendous panorama of the blue line of the horizon against the blue background of the sky. A few minutes' walk and we follow the Strada del Pino (Pine Road), indicated by the Sentiero Liguria trail marker. The wide mule track climbs up to the avalanche on which the village of the same name stands, characteristic and overlooking the sea. We go around the houses, keeping to the right, and continue until we reach the main driveway. We follow it to the right for a few metres, then again the small pole with an SL sign urges us to turn left along the mule track that climbs up between terraced strips and a few isolated houses. We reach the locality of Case Giasenta, where the mule track climbs abruptly, cutting through a rocky area, taking us first to the locality of Bricco and then to La Villetta.
We ignore a couple of junctions that probably lead to respectable dwellings! We thus reach Isasco and are a third of the way along. Today the area is completely urbanised, small villas and farmhouses with cultivated land decorate its sunny plateaus, but during the construction of the asphalt road linking Varigotti to the Manie plateau, the remains of a Roman necropolis dating back to the imperial period, comprising some forty tombs, were found right here.
We have reached the top of the climb and look for the junction on the right along the wide path of the 24-hour Finale Ligure, bikers beware!
From here on, the dirt track that we will ride along will be all through the woods, characterised by slight ups and downs.
After more or less a couple of kilometres and crossing Pian delle Pietre, at Cian De Strie, we take a left towards Noli, which will see us engaged in a 50-minute descent.
Coming out of the woods, we take a narrow asphalt road that leads us to the Noli primary school. From the car park in front of the building, we turn right and following the Rio Noli we follow Via Fiumara, which will take us to the church of San Paragorio, which, with a special permit, we manage to visit even though it is out of season.
Some writings testify that in the 13th century it became the first cathedral of the new Noli diocese; its foundations are erected over an ancient cemetery area, which in recent decades has been the subject of archaeological excavations that have yielded important evidence of the Roman and medieval past. The stone building has a façade, the western one, devoid of any kind of windows or holes, apart from a cross-shaped slit at the top. The building with three naves and three apses appears to be the continuation of some remains of ancient structures recognised as places of worship, including an ancient baptismal font from the end of the 5th century and probably a small votive church from the Longobard-Carolingian period (8th century). Little known, however, is the story of the saint after whom the building is named, St Paragorio. He was probably a soldier martyred in Corsica and whose cult reached the Ligurian shore by sea, landing in Noli. The same fate, according to local tradition, befell the imposing coloured wooden crucifix: in all probability, it is a 13th-century copy of the famous Volto Santo of Lucca, an artefact of oriental origin with its characteristic long gown (colobium).
The crucifix is the object of devotion especially by the fishing community, which is still very active today.
In the morning, they can be seen returning from a night of fishing and then selling what the sea has donated right on the promenade where an area dedicated to them is set up. A spectacle from another era that is well worth witnessing!Another story coming straight from the sea concerns a rock in the shape of a lion, which stands out along the Via Aurelia carved into the promontory between Varigotti and Noli. Legend has it that in the first century A.D. Leo, a sailor from the Maritime Republic of Noli, wanted to travel to Africa to get a closer look at the specimen whose name he bore.
After years of travelling he arrived in Africa, specifically in Morocco. There he went in search of lions and when he saw them he liked them so much that he eventually decided to take one away with him.
Back in Noli, the sailor locked up the lion on the heights of the Manie plateau. In this way he could call friends and relatives to admire this fantastic specimen, the only one of its kind in Liguria.
The lion, however, never stopped roaring for lack of his companion from whom he had been separated, who called him from the beaches of Morocco. One night the lion managed to escape from his cage by pushing towards the rocks of Capo Noli, just below the Antro dei Briganti (which we will reach later), continuing to roar towards the sea.
Here, a magician, annoyed by the constant moaning of the Lion and his beloved, decided to turn the animal into stone, to silence it. He thus remained, immortalised above the sea, looking towards his distant home.
It is said that even today, on windswept days, the roars of the lioness can be heard in search of her mate, from whom she never received a reply. Chiara and I stop on the beach for a refreshment stop at La Baracchetta di Noli, an elegant 'kiosk' by the sea that offers lovely local cuisine, mostly seafood. A first course and off we go, on our way back. Just behind the church of San Paragorio we go in search of the entrance to the Sentiero del Pellegrino and the Passeggiata Dantesca. With regret, we see that it is closed for maintenance, so we follow the signs and head back along Via Aurelia, more precisely at the Hotel Capo Noli where an iron gate on the right is the entrance to a secondary path leading to the 'Passeggiata Dantesca'.
This name is a tribute to Dante Aligheri, who passed through the area on his way to France in 1306. And, not by chance, he makes a quotation about it in Canto IV of the Purgatory: "Vassi in San Leo e descendesi in Noli "Travelling along some hairpin bends, we quickly regain altitude until we reach the remains of the Church of Santa Margherita.
Built by the inhabitants of Noli around the middle of the 10th century on a flat esplanade, its strategic position means that from the "panoramic terrace" at the back of the apse, the privileged view allows us to enjoy the entire view of the bay of Noli.
A small diversions on the left leads to the Hermitage of Captain d'Albertis. Now in a serious state of disrepair, the former dwelling is all boarded up and unsafe, awaiting maintenance. It was a rather 'humble' dwelling where the Genoese explorer and navigator found refuge in the last years of the 19th century.
We return to the main path and, heading in the direction of the "Semaforo" (traffic light), we reach the entrance to the small path that leads to the Antro dei Falsari (Forgers' Cavern), which we have already told you about in another of our itineraries published in a previous issue!
The steep descent of about 200 m that leads to the entrance of the Grotta dei Briganti is really steep and slippery, but it is well worth the effort.
From here on, we will have to abandon the Strada Dantesca signs to continue on the Sentiero del Pellegrino (Pilgrim's Path), identified by the typical golden shell.
The path unravels amidst the vegetation of the Mediterranean maquis, which occasionally gives us a view of the Ligurian coast. We then begin the actual descent that will take us back to Varigotti, passing, towards the end, in front of the Cerisola Mausoleum. He was a sailor from Varigotti who returned to Liguria in the mid-1970s but spent part of his life in Australia where he became 'famous' because he saved many people during a shipwreck. This episode was remembered by those whose lives he saved who, on the path in front of his garden, erected thank-you signs, many in English. Returning to the car from here is an instant; having found the tarmac road that crosses the car parks at Punta Crena, we drive parallel to the Aurelia and in less than ten minutes return to our starting point.

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