h 3:45
Tempo di Percorrenza
12,00 Km
Lunghezza Percorso
400 mt
Dislivello
Ci troviamo oggi in uno dei comuni dell'entroterra ingauno più attivi sotto il profilo agricolo, di cui sin dal medioevo è sempre stata l’attività principale. Forse lo si può anche dedurre dal nome di probabile origine romana (hortus vetus,“orto vecchio”). Le coltivazioni oggi sono basate principalmente sulle colture ortofrutticole (come le pesche), sui vigneti (di Pigato), uliveti e sulla coltivazione in serra di fiori (famose le rose di Pogli) e di piante ornamentali. Da sottolineare è la presenza della Cooperativa dei Viticoltori Ingauni, la più grande del comprensorio, che dal 1976 opera qui, imbottigliando circa 200.000 bottiglie tra Pigato, Vermentino, Rossese e Ormeasco.
La partenza del nostro itinerario avviene da Via Nunziata, una parallela della provinciale che, su asfalto, ci porta in direzione nord ovest passando davanti appunto alla cappella dell'Annunziata, piccolo edificio religioso, spartiacque di un bivio che dobbiamo seguire sulla destra. Sulla strada, in prossimità di una legnaia di notevoli dimensioni, giriamo nuovamente a destra seguendo il cartello di "divieto di accesso solo veicoli autorizzati" così non ci possiamo sbagliare!
Da qui in poi il percorso che attraversa numerosi filari di vite, diventa tutto sterrato bianco di facilissima percorribilità.
Qualche casa prima e piantagioni di pesche poi, lasciano spazio a un paesaggio ricco di castagni, querce da sughero e ulivi abbandonati.
Il percorso, in dolce salita, si immerge poi rapidamente nel fitto bosco risalendo le pendici del monte Carimonti (438 m).
A fine dello sterrato incrociamo nuovamente il cartello di divieto e abbandoniamo il selciato in favore di un tratto asfaltato e di una carrareccia che useremo per tagliare il lungo percorso tortuoso che, volendo, continua per un paio di altri tornanti. Sbuchiamo così in località Zerbone dove ci ritroviamo davanti una bella fattoria, "U Beriun" che al momento superiamo per raccontarvela più avanti. A fine dell'uliveto sbuchiamo sulla provinciale 35 e ci dirigiamo in borgata Leuso di Vendone, passando davanti alla trattoria L'Alpino, storica locanda di altri tempi dove si possono assaggiare tipiche pietanze locali con molti prodotti del comprensorio ingauno. Percorriamo un po'di provinciale fino a raggiungere, presso un tornante, il minuscolo comune del capoluogo con la chiesa di Sant'Antonino e una scultura del già citato Reiner Kriester. Sulla parte opposta fa capolino il monumento ai caduti di guerra con davanti un cannone. Proprio ai piedi del memoriale troviamo il segnale SL (sentiero Liguria) che ci indica la via. Una ripida rampa che ci porterà a percorrere il sentiero sulle alture del Monte Villa (340 m). All'unico bivio importante che troviamo proseguiamo a destra verso le "Argille di Ortovero" ignorando le indicazioni che porterebbero verso il "Passo del Coltello". Un sentiero profondamente segnato dall'erosione dell'acqua ci permette di ammirare questi depositi sabbioso-argillosi contenenti conchiglie fossili risalenti al pliocene, l’epoca geologica in cui avvenne il fenomeno della trasgressione marina. Analizzando bene gli spuntoni di roccia che affiorano vicino al selciato è possibile riconoscere qualche conchiglia. Da qui in poi attraversiamo la cittadina di Ortovero per immetterci sulla via principale e ritornare all'auto.
Come però ben sapete, ormai da qualche tempo, il nostro intento è quello di valorizzare e far conoscere il nostro entroterra per tutto quello che offre perciò come promesso prima, aver scoperto una fattoria didattica lungo il percorso, ci ha "obbligati" a ritornare nei giorni successivi per visitarla.
La piccola Carolina è ormai innamorata persa di ogni tipo di animale, dal piccolo topolino della fiera di Branduardi fino al più imponente e maestoso Gigantosaurus Rex del quale tratta il suo libro delle storie preferito.
Tralasciando il fatto che a sua madre non piacciono i topolini e di dinosauri giocattolo siamo sommersi, in abbinato al percorso descritto pocanzi, vi segnaliamo un'esperienza presso la fattoria didattica "U Beriun" che troverete proprio a metà dell'anello che abbiamo percorso,
La fattoria a gestione famigliare si estende su un vasto uliveto secolare, tra fasce e pianori. Si percorre un pezzetto di strada sterrata fino a giungere ad uno spiazzo dove volendo potete lasciare l'auto, per poi proseguire a piedi per circa una cinquantina di metri.
Con nostra grande sorpresa scopriamo che è anche agricampeggio infatti nel verde scorgiamo subito la prima particolarità della fattoria, ossia l'eccezionale "carrozzone gitano" che cattura subito l'occhio curioso di Carolina. "Il circo papà, vieni!!"
Ci abbiamo messo un attimino a spiegarle che si tratta di una casetta per le vacanze e che quindi non potevamo entrare ma il verso delle oche nelle vicinanze, ci ha salvato in extremis!
Ecco i primi animali spuntare dietro ad una semi curva, ci vengono incontro oche, maialini, canarini e pecorelle.
C'è anche un simpatico lama diffidente e poi ancora asinelli (tra cui uno piccolino) pony, capre, caprette, caproni, conigli e galline.
Ancora due piccoli nandù, alcune pecore e perfino una tartaruga d'acqua che pacifica prende il sole su di un sasso! Un luogo incantato per la nostra piccola Carolina (e anche per papà e mamma a dire il vero).
La possibilità, con il rispetto e la delicatezza dovuti, di interagire con gli animali è davvero la parte più bella dell'esperienza.
Ultima ma non per importanza è la cucina casalinga della signora Daniela affiancata dai figli Clara e Marco. Un tavolo apparecchiato nel portico vista fattoria sotto il cielo stellato e del vino bianco ad accompagnare piatti ricchi e abbondanti, ha concluso degnamente una meravigliosa giornata.
Massimo Revello è sicuramente un imprenditore agricolo coraggioso e infaticabile. Attento e disponibile con i suoi ospiti tanto quanto che con i suoi animali, trasmette quella passione che noi intendiamo condividere il più possibile! Coraggio quindi, prenotate la vostra esperienza!
We find ourselves today in one of the most agriculturally active municipalities of the Ingauno hinterland, which has always been its main activity since the Middle Ages. Perhaps this can also be deduced from its name of probable Roman origin (hortus vetus, 'old garden'). Cultivation today is mainly based on fruit and vegetable crops (such as peaches), vineyards (of Pigato), olive groves and greenhouse cultivation of flowers (the Pogli roses are famous) and ornamental plants. Worthy of note is the presence of the Cooperativa dei Viticoltori Ingauni, the largest in the district, which has been operating here since 1976, bottling some 200,000 bottles of Pigato, Vermentino, Rossese and Ormeasco.
The start of our itinerary is from Via Nunziata, a parallel to the provincial road that, on asphalt, takes us in a north-westerly direction, passing in front of the Chapel of the Annunziata, a small religious building, the watershed of a fork that we must follow to the right. On the road, in the vicinity of a large woodshed, we turn right again, following the sign 'no access only to authorised vehicles' so we cannot go wrong!
From here on, the path, which crosses numerous rows of vines, becomes all white dirt road that is very easy to negotiate.
A few houses first and then peach plantations give way to a landscape full of chestnut trees, cork oaks and abandoned olive trees.
The gently ascending route then dips rapidly into dense woodland, climbing the slopes of Monte Carimonti (438 m).
At the end of the off-road track, we cross the prohibition sign again and abandon the paved road in favour of an asphalted section and a cart track that we use to cut the long winding path that, if we wish, continues for a couple more hairpin bends. We thus come out in the locality of Zerbone where we find ourselves in front of a beautiful farm, "U Beriun", which we pass at the moment to tell you about later. At the end of the olive grove we come out onto Provincial Road 35 and head towards the hamlet of Leuso di Vendone, passing in front of the trattoria L'Alpino, a historic inn of bygone days where you can sample typical local dishes with many products from the Ingauno area. We drive along the provincial road for a while until we reach, at a hairpin bend, the tiny municipality of the main town with the church of Sant'Antonino and a sculpture by the aforementioned Reiner Kriester. On the opposite side is the war memorial with a cannon in front of it. Right at the foot of the memorial, we find the SL sign (Liguria path), which shows us the way. A steep ramp takes us along the path over the heights of Monte Villa (340 m). At the only important fork we find, we continue to the right towards the "Argille di Ortovero", ignoring the signs that would lead to the "Passo del Coltello". A path deeply marked by water erosion allows us to admire these sandy-clay deposits containing fossil shells dating back to the Pliocene, the geological epoch in which the phenomenon of marine transgression occurred. Looking closely at the rock outcrops near the pavement, it is possible to recognise a few shells. From here on, we cross the town of Ortovero to get onto the main road and return to the car.
However, as you well know, for some time now, our intention has been to enhance and make known our hinterland for all that it offers, so as promised earlier, having discovered a didactic farm along the route, we were 'obliged' to return in the following days to visit it.
Little Carolina is now head over heels in love with all kinds of animals, from Branduardi's little fairground mouse to the more imposing and majestic Gigantosaurus Rex of which her favourite storybook is about.
Leaving aside the fact that his mother doesn't like little mice and that we are awash with toy dinosaurs, in combination with the route described above, we recommend an experience at the 'U Beriun' educational farm, which you will find right in the middle of the loop we have travelled,
The family-run farm stretches across a vast centuries-old olive grove, between strips and plateaus. We drive along a small piece of dirt road until we reach a clearing where you can leave your car if you wish, and then continue on foot for about fifty metres.
To our surprise, we discover that it is also a camp site, and in fact in the greenery we immediately notice the first peculiarity of the farm, the exceptional 'gypsy cart' that immediately catches Carolina's curious eye. "The circus daddy, come!"
It took us a moment to explain to her that it was a holiday cottage and that we couldn't go in, but the cry of the geese nearby saved us in extremis!
Here are the first animals popping up around a semi-curve, we are met by geese, piglets, canaries and sheep.
There is also a friendly wary llama and then more donkeys (including a small one), ponies, goats, billy goats, rabbits and chickens.
Two small nandos, some sheep and even a water turtle peacefully sunbathing on a rock! An enchanted place for our little Carolina (and for dad and mum too, actually).
The possibility, with due respect and delicacy, to interact with the animals is really the most beautiful part of the experience.
Last but not least is the home cooking of Mrs Daniela, assisted by her children Clara and Marco. A table set on the porch overlooking the farm under a starry sky and white wine to accompany rich and plentiful dishes brought a wonderful day to a fitting end.
Massimo Revello is certainly a courageous and tireless agricultural entrepreneur. As attentive and helpful with his guests as he is with his animals, he conveys that passion that we intend to share as much as possible! So take courage and book your experience!