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Tempo di Percorrenza

7,00 Km

Lunghezza Percorso

140 mt

Dislivello

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Oggi stiamo per raccontarvi un bellissimo percorso itinerante che vi porterà a conoscere e scoprire quattro bellissime realtà operanti a Bardineto.
Prima di iniziare il percorso però, ci incontriamo nei pressi dello IAT (o dell'asilo se vi mette meglio riconoscerlo) con Andrea Franchelli di Bardineto Outdoor e con i ragazzi di Wild Bormida Outdoor Adventures, Mitch e Chiara, guida ambientale lui e reporter di viaggio lei. Una collaborazione nata dal seguirci a vicenda sui social network e ammirando reciprocamente ciò che tutti ci siamo impegnati a fare e realizzare per farvi conoscere e amare la nostra bella Liguria.
Penserete forse che sia una cosa da poco questa, ma state prendendo un granchio!
La sinergia che si instaura quando si parla la stessa lingua, seppur con competenze e preparazione diverse le une dalle altre, è davvero universale.
Dopo le dovute presentazioni ufficiali, passeggiamo un pochino tra le strette vie del centro storico di Bardineto dove Andrea ci racconta un po' di storia locale; l'origine di Bardineto ha radici molto antiche sino agli albori della Preistoria. Alcuni ritrovamenti, di cui si annoverano punte di frecce e vari monoliti in pietra, hanno dimostrato che anche nelle zone qui circostanti si insediarono accampamenti dell'uomo di Neanderthal. Guerrieri forti ed impavidi, essi si dedicarono sopratutto alla caccia ed alla pastorizia, visto la conformazione dell'altipiano bardinetese. L'evoluzione della specie affinò le loro tecniche difensive rendendoli padroni indiscussi del loro territorio. Non trovarono sconfitta nemmeno combattendo nè contro i Cartaginesi, nè contro i Romani. Sin sotto l'indomabile impero di Augusto essi rimasero indomiti ed indipendenti.
Dovremmo attendere il 500 con i primi insediamenti dei monaci Benedettini che insegnarono agli abitanti l'amore per la terra e la coltivazione dei campi. E' questo il profondo significato dello Stemma Comunale: le due Torri dell'antico Castello con il motto "In Campis Vita"
Fu proprio grazie all'agricoltura che gli abitanti del luogo riuscirono sempre a trovare i mezzi per continuare la loro esistenza, anche a seguito dei saccheggiamenti da parte dei Longobardi e dei Saraceni. Ad affiancare questa fiorente attività si integra lo sfruttamento delle risorse boschive: il taglio dei boschi, la raccolta delle castagne e dei funghi, di cui si ha menzione ed eccellenza ancora oggi.
Il legname ottenuto dal disboscamento controllato, veniva utilizzato per diversi scopi, i tronchi di grandi dimensioni erano venduti come legname da costruzione, mentre il restante veniva utilizzato per creare oggetti e per riscaldarsi. Nei campi venivano coltivati il grano mescolato con segale, le patate ,i fagioli e le rape, mentre i pascoli risultavano essere un terreno prezioso per allevare il pregiato bestiame.
Nel 775 Bardineto fu soggiogata da Carlo Magno e donata ai monaci di San Pietro in Varatella, poco distante da qui e già raccontata in un altro nostro itinerario. I Frati iniziarono un regime di sviluppo economico, introducendo la lavorazione del ferro, importato grezzo dall'isola d'Elba, nelle numerose Ferriere site lungo la Bormida. Nel 1142 Bardineto passò sotto il dominio del Marchese di Savona, Enrico il Guercio, progenitore dei Del Carretto; in quel tempo anche Federico Barbarossa si accampò nella vallata con il suo imponente esercito. Sotto i Marchesi Del Carretto, Bardineto fu capace di essere indipendente e riuscì a perdurare per quattro secoli, attraversando tutto il Medioevo senza mai dover incorrere in sanguinosi scontri per difendere i suoi confini. All'inizio de XVII secolo, Bardineto passò sotto la dominazione Spagnola prima e di Genova poi, attendendo la fine del Settecento prima di dover annoverare uno scontro senza eguali per queste zone.
Si tratta del 22 ed il 23 novembre del 1795 quando si svolse proprio in valle, il prologo della Battaglia di Loano (raccontata in parte nel numero "Loano, not conventional experiences"), avvenuto tra l'esercito Austro-Sardo al comando del Generale D'Argenteau e quello Francese del Generale Massena. Gli Austriaci, sconfitti, disfatti e decimati, lasciarono sul campo 4000 morti e 5000 prigionieri, mentre la vittoria schiacciante dei Francesi, gli valse l'approvvigionamento di tutti i depositi di armi e di viveri che l'Austria aveva insediato tra Finale Ligure, Loano e Savona, e aprì le porte alla Penisola, permettendo loro di riallacciare le comunicazioni con tutto il litorale genovese.
Nel 1814, infine Bardineto venne definitivamente aggregata agli Stati Sardi dei Savoia.
Per rivivere e ritrovare in parte la storia nella quotidianità, nonostante siano passati millenni, tra le vie di Bardineto a ridosso delle abitazioni, è possibile trovare 41 rappresentazioni illustrate tra fogli di rame e ceramiche di Albisola che raccontano gli eventi più significativi del passato quotidiano del paese.
Come dicevamo poco fa, l'anello delle fattorie è nato con la collaborazione di Bardineto Outdoor e la nostra personale guida, Andrea Franchelli insieme all'archeologo Michele Costa di Wild Bormida Outdoor Adventures. La volontà di creare questo tracciato è nata essenzialmente per creare un percorso itinerante volto alla scoperta di alcune attività operanti sul territorio.
Vi daremo così la possibilità di accompagnare i più piccini alla scoperta del bosco (in primis) nostro campo d'azione principale, in modo semplice e divertente, unendo poi la possibilità di visitare in successione quattro aziende differenti.
Il percorso ad anello inizia superata la Chiesa di Bardineto in direzione Castello.
Dell'antica fortezza sono rimasti in piedi solo quattro lati dell'alta cortina difensiva a pianta esadecagonale, ovvero 16 lati, distrutta nel 1795 durante la battaglia di Loano.
Aggiriamo il castello dalla parte delle mura e, lasciandocelo alle spalle, proseguiamo verso monte su via Cave per circa una cinquantina di metri fino a raggiungere sulla nostra sinistra una strada sterrata in leggera salita. La strada si dirama nel mezzo di una cascina dal portone verde, dove il sig. Giorgio attorniato da alcune galline ci saluta sorridente, da un lato, e da un'abitazione dalla facciata color rosa dall'altro.
In questo tratto il sentiero non è segnato, pertanto vi consigliamo di tenere a portata di mano la traccia che potete scaricare dal nostro sito web www.duezainieuncamallo.com.
Da lì si prosegue attraversando alcune praterie pianeggianti fino al guado del torrente Rio Avoiai attualmente in secca. Il percorso svolta a sinistra e comincia a salire dolcemente prendendo in poco tempo 110 mt di quota. Su di uno sperone di roccia ecco il primo pittogramma del percorso 7b, evidenziato tra le bande verdi e bianche della segnaletica locale.
Quella che si apre davanti a noi è tutta la vallata soleggiata di Bardineto, un punto panoramico di tutto rispetto che meriterebbe sicuramente una sosta contemplativa prolungata; il campo visivo si estende anche abbracciando in lontananza il Colle Scravaion e la Rocca Barbena, dove nasce il fiume che da il nome alla Valle in cui ci troviamo: La Bormida.
Il primo tratto della Bormida, noto come Bormida di Millesimo, nasce appunto nel comune di Rocca Barbena e scorre inizialmente in solitaria arricchendosi strada facendo con il contributo di innumerevoli rii e corsi d'acqua, dal Rio Nero, il Rio di Valle e il Rio di Vetria, il torrente Frassino, il Rio delle Giaire, il Rio di Parasacco, il Rio di S. Giovanni ed infine il Rio Secco.
Importante da sapere è che la zona che stiamo attraversando è un agglomerato di grotte, doline e inghiottitoi, tutti classificati e catalogati dalla Società Speleologa Italiana e annoverati nel Manuale di Speleologia Italiano.
La zona compresa tra il Rio Castellaro e il Rio Avoiai è certamente la più interessante dell'area carsica di Bardineto: proprio qui vi si aprono innumerevoli grotte, quasi tutte esplorate e documentate tra il 1986 e il 2003 dal Gruppo Speleologico Savonese: le principali sono la "Grotta Balbiseolo" ed il "Buranco di Bardineto".
LA LEGGENDA DEL BURANCO
Ed ecco che anche qui incappiamo nelle leggende locali. In Liguria è davvero stupendo come si possa arrivare a spaziare di argomentazioni differenti percorrendo solo alcuni chilometri di sentieri; siamo emozione pura davvero! Quella che vi raccontiamo ora è legata alla "leggenda del Buranco": si narra che alla fine di novembre di un anno non definito, un gruppo di cacciatori partiti da Bardineto a caccia di lepri stava attraversando i boschi del Buranco.
La guida della spedizione iniziò a raccontare storie di diavoli e di spettri che vagavano nella zona nelle notti più buie e senza luna. Giunti nei pressi di Rocca Barbena, colti di sorpresa da una bufera, il gruppo trovò riparo e ristoro in casa di un pastore. Il vecchio, sempre solo, per intrattenere gli infreddoliti cacciatori, raccontò loro una storia legata alla sua infanzia, ovvero di quando un gruppo di ragazzi originari di Toirano, come prova di coraggio, decise di calare con una corda un loro compagno in una voragine del posto. La discesà dell'amico nel buco durò fino a quando un urlo raggelante li spaventò. Nel ritirare la corda più velocemente possibile, rimasero raggelati alla vista dell’amico consumato dal fuoco, con i capelli bruciati e la pelle ustionata. Ben presto quella voragine profonda venne associata a un canale diretto verso l’inferno e tutt’oggi inquieta i passanti curiosi che si avvicinano per udire i lamenti provenire dalla profondità o addirittura, come sostengono i più vecchi bardinetesi, di sentire il calore delle fiamme arrivare fino in superficie.
Noi per non saper nè leggere nè scrivere, ci allontaniamo aumentando il passo!
Ai piedi dei resti del castellaro che sovrasta la faggeta, prendiamo il sentiero che discende sulla sinistra, tra innumerevoli foglie e ricci di castagne.
Raggiungiamo in circa 20 minuti la strada provinciale per Calizzano dove, attraversandola, ci dirigiamo verso la prima azienda del percorso.
AZIENDA AGRICOLA LE CANELLE
L'ingresso all'azienda avviene subito per uno sterrato che in pochi metri ci accompagna alle scuderie delle Canelle.
L'azienda agricola è un allevamento di cavalli da salto ostacoli dove si adotta un approccio naturale per quanto riguarda la gestione e l'addestramento. Ad accoglierci ecco la dott.ssa Eleonora Siniscalco, medico veterinario e istrutture del metodo Happy horse happy life, lavora in azienda aiutando cavalli che hanno difficoltà ad affrontare la vita con l'uomo e si occupa del primo inizio dei puledri. I cavalli sono lasciati liberi di condurre una vita all aperto in branchi cercando di avvicinarsi il più possibile a come si comporterebbero in natura. Nel 2021 Eleonora Siniscalco ha conseguito il Titolo di Istruttore Happy Horse di 2° classe. Questo metodo è un nuovo percorso di Natural Horsemanship fondata da Linda Parelli grazie ad una sua nuova visione. Lo scopo di questo percorso è di rendere il mondo un posto migliore per i cavalli e per le persone che vivono con loro, introducendo nuovi concetti per aiutare chi vuole migliorare la relazione con il proprio cavallo e risolvere ogni problematica.
Eleonora racconta: ”Grazie alla possibilità che mi sta offrendo Linda sto continuando la mia formazione per migliorarmi e per poter aiutare sempre più cavalli e persone a vivere una relazione felice, in ogni campo, che sia lo sport, le passeggiate o semplicemente ad avere una gestione più semplice".
Anche per l'addestramento si segue un percorso di Natural Horsemanship che porta i cavalli ad approcciare lo sport senza coercizione e con fiducia e serenità nel uomo, proprio partner.
A raggiungerci per un saluto c'è anche il Dr. Simone Pozzi, marito di Eleonora, ippiatra che si occupa anche della cura di cani e gatti.
Presso l’azienda agricola Le Canelle ha sede l’Asd 3 Elle Natural Horsemanship, associazione di appassionati che svolgono varie attività con i cavalli seguendo i principi della Natural Horsemanship.
Il nome stesso dell’associazione rimanda al concetto di base della Natural horsemanship: utilizzare Amore (Love), Linguaggio e Leadership in ugual misura… 3 Elle!
Durante l’anno vengono tenuti corsi, eventi formativi e giornate dimostrative che potete visionare nella sezione eventi del loro sito web www.lecanelle.com.
Tramite i loro contatti potrete anche prenotare una visita dell'azienda, come abbiamo fatto noi oggi.
Salutata Eleonora e affascinati dalla sua realtà e passione, ci rimettiamo sulla provinciale che dovremo percorrere per 600 metri, raggiungendo località Braia.
All'altezza del casolare sulla sinistra, imbocchiamo l'asfaltata che, mediante un ponte sul fiume Bormida, ci porta su una sterrata bianca sul versante opposto.
AZIENDA AGRICOLA BRIGNE’
Il dislivello si annulla e la passeggiata diventa piacevole e assolata. Ci vorranno circa 900 metri di cammino per incontrare la seconda realtà della giornata. L'azienda agricola Brignè di Massone Giacomo.
Ad aspettarci al varco della stalla c'è Mara Pertuso, moglie di Giacomo; solare ed appassionata ci guida fin da subito per la realtà che è Brignè.
"La possibilità di ristrutturare una vecchia stalla, rinnovandola completamente, ci ha permesso di realizzare il nostro sogno. Allevamento, caseificio e vendita tutto nello stesso edificio, tutto collegato" spiega con entusiasmo.
Il percorso didattico che ci fa compiere inizia dalla stalla, fulcro vero e proprio delle attività della fattoria: passeremo a conoscere le dinamiche della mungitura, dal latte appena munto fino al formaggio pronto da gustare in tavola.
Le vacche che andiamo a conoscere sono di pezzatura rossa e vivono libere nella stalla e nei prati antistanti, mangiando esclusivamente fieno locale e cereali certificati NO OGM. La scelta di una razza così rustica e grossolana, dalla produttività di latte non è elevatissima, è stata voluta principalmente per la qualità indiscutibile della materia prima, l’ideale per le esigenze di lavorazione. Adiacente alla stalla vi è una moderna sala di mungitura dove il latte arriva automaticamente nel piccolo caseificio, pronto per essere poi trasformato.
I locali, sapientemente studiati, prestano attenzione sia alla funzionalità tecnologica, sia facendo fede anche alla tradizione; spiega Mara: "molte sono ancora le lavorazioni che vengono effettuate manualmente da mio marito Giacomo, per dare quel tocco che contraddistingue i nostri prodotti, dal gelato allo yogurt, al latte e ai formaggi".
Le poche varietà di formaggio proposte garantiscono sempre il massimo della qualità. Attraverso due diverse procedure di lavorazione della stessa cagliata, ottengono due qualità di stracchino: quello classico e cremoso e quello più “molle”, ideale per accompagnare piadine e pane fritto. Ecco ancora i tomini tipo “primo sale” e la toma stagionata, dal sapore delicato, fatta riposare per più di due mesi su tavole di ciliegio.
Ed è proprio dal siero proveniente dalla lavorazione di quest’ultima qualità di formaggio che deriva la ricotta. Al di fuori dell’ambito dei formaggi c'è anche lo yogurt, bianco, cremoso e acido al punto giusto, e il famoso gelato dell'Agrigelateria che si può gustare anche nel laboratorio di Borghetto Santo Spirito, in piazza della Libertà. Tutte le info per visite, acquisti nel loro spaccio aziendale e ogni altra curiosità, potete contattare direttamente Mara e Giacomo su www.brigne.it.
Tutto ciò che potete trovare nel negozietto della Brigneta, è anche disponibile in alcuni distributori automatici aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a Toirano in piazza Fratelli Marchesano e ad Albenga, in viale Pontelungo, di fronte al liceo G. Bruno.
Salutiamo le mucche dell'azienda agricola Brignè e ci rimettiamo in marcia verso il completamento della prima metà del percorso. Attraversiamo di fatto tutta la località Brigneta e ci innestiamo nella borgata Cascinazzo dove, in prossimità di un ponte, svoltiamo a sinistra su di una carrareccia che affianca quasi totalmente la prossima azienda agricola che andremo a visitare.
AZIENDA AGRICOLA CASCINA OLIMPIA
Questa volta non saranno né cavalli né mucche ad aspettarci, bensì troveremo una beeeella sorpresa. Avete già capito se non addirittura letto intonando un sontuoso belato: capre, capretti e becchi.
Un cartello in legno riporta incisa la scritta, Cascina Olimpia, allevamento capre; la strada è quella giusta.
La cosa che ci stupisce è che tutte le realtà che abbiamo toccato sino ad ora, sono guidate da ragazzi giovani, pieni di entusiasmo e voglia di raccontarsi, di mettersi in gioco, di uscire fuori dai ranghi e di percorrere le vie non proprio così comuni, semplici, per essere presenti sul territorio.
Tanto di cappello al loro modo di essere e di vivere il loro lavoro, che quasi non sembra pesare sulle loro spalle.
Sarà Alice ad accoglierci a casa sua, con quegli occhi grandi di chi non aspetta altro di poter parlare di sé e delle sue attitudini a socializzare e a condividere il suo mondo.
La troviamo indaffarata con la sua piccola bimba di otto mesi e un sacco di caprette partorienti da un momento all'altro.
L'azienda agricola Cascina Olimpia è giovane e fresca nata nel 2019 ed alleva capre di razza Saanen, Camosciate delle Alpi e meticce. Davanti alle stalle come non notare l'ampio prato adibito a pascolo riservato esclusivamente a loro.
Noi siamo in febbraio e, nonostante sia ora di pranzo con un sole splendente in cielo, ci sono 12 gradi, pertanto troviamo tutti i capi in stalla. Alimentate con fieno auto prodotto e cereali no OGM, a queste capre sembra proprio non mancare nulla.
Al momento sono in asciutta (periodo nel quale non producono latte in quanto prossime al parto) e 23 di loro sono o stanno per diventare neo mamme! Bellissimi capretti belano in cerca della loro mamma, assistere a questo è davvero un'immagine che ci resterà nel cuore.
Ma Alice scalpita nel raccontarci questo:
"Le capre non sono capre. Sono animali intelligenti, emotive e sensibili, con una spiccata consapevolezza di sé, dei propri bisogni e delle proprie capacità. Sono animali nobili e da tali li tratto. Nessuna personificazione, ma solo tanto rispetto e tanto amore. Questi sono i valori che Cascina Olimpia adotta per allevare con cura e attenzione le proprie capre da latte, una famiglia di una cinquantina di esemplari di età e razze diverse composta perlopiù da femmine…ognuna con il suo nome, ognuna con la sua personalità"
Ci spiega che al termine del periodo di svezzamento dei nuovi nati, quindi più o meno ad un mese da oggi, si inizierà la filiera della produzione dei formaggi a latte crudo, con lavorazione sia lattica che presamica (caglio animale) e ciò che si potrà acquistare sarà:
- TOMINI (su richiesta)
- RICOTTA (da 250 a 500 gr.)
- ROBIOLA FRESCA (250/300 gr.)
- ROBIOLA STAGIONATA (15/20 gg. circa 250 gr.)
- CAPRINI AROMATIZZATI al peperoncino e alla curcuma (ca 100/150 gr.)
- STRACCHINELLO (tipo PRIMO SALE morbido, circa 250/300 gr.)
- TOMA STAGIONATA (45/60 gg. minimo, vendita a taglio).
La vendita di tutti prodotti avviene direttamente in loco,
previo contatto telefonico per disponibilità e orari: www.cascinaolimpia.com.


CIUCHIAMOCI
Con gli occhi pieni di capretti dobbiamo proseguire oltre e, salutata Alice, raggiungiamo la strada provinciale nei pressi del distributore di benzina; attraversiamo la strada prestando attenzione alle auto che sopraggiungono, e ci basterà continuare a lato della fermata del bus per immetterci verso la prossima meta: "Ciuchiamoci".
A far da padrona all'insegna dell'azienda agricola è la simpatica sagoma di un ciuco, e noi di Due Zaini e Un Camallo ci sentiamo nel nostro!
L'idea di creare questa realtà arriva da Matilde e da suo papà Giacomo che, salvando da una situazione "critica" una giovane asinella, si appassionano così tanto che decidono di dedicarci la loro vita, non solo professionale.
Matilde sin da piccola ha vissuto in fattoria con diverse specie di animali, ma proprio con la figura dell'asino è riuscita a sentirsi libera di instaurare quel legame, divenuto poi passione smisurata, che la spinge ogni giorno a credere nel progetto di Ciuchiamoci. Ad affiancare la sua passione c'è anche Marco, il suo fidanzato, che in seguito ad un tirocinio universitario scopre a sua volta la passione per gli asini, nobili destrieri.
"Insieme abbiamo deciso di portare avanti questo progetto, concentrandoci in modo particolare su quello che è il rapporto millenario tra l'asino e l'uomo, su come esso presenti diverse caratteristiche psico fisiche rispetto al cavallo e di quanto sia stato realmente utile ed importante per l'uomo durante il corso della storia. Ci soffermiamo molto sull'etologia asinina e di come essa possa, in molti ambiti, essere fondamentale per una crescita emotiva e personale".
Una scelta, la loro, che punta molto sul mettere in simbiosi l'essere umano con il mondo animale. Con Matilde e Marco è possibile effettuare attività in campo adatte sia agli adulti, sia ai bambini; in tal modo è possibile instaurare un contatto diretto e sicuro con il loro mondo, cercando di apprendere nella maniera più naturale possibile, quella che è la loro natura. In giornate specifiche si organizzano anche trekking alla scoperta dei sentieri di Bardineto con i simpaticissimi Norma, Meridio e tutta la family degli asinelli! Tutte le loro iniziative sono reperibili sulle pagine social @ciu.chiamoci e #ciuchiamoci!
Il rientro per recuperare l'auto a questo punto è molto semplice ed immediato: percorriamo per 500 metri via A. Roascio passando davanti al monumento dedicato agli alpini caduti in guerra, fino a raggiungere un curioso muretto tutto ricoperto di lastre sulle quali sono incise delle poesie. Si tratta di un'iniziativa culturale promossa dal comune di Bardineto che ha cadenza annuale; tale concorso è di interesse e risonanza nazionale ed è intitolata ad "Italo Carretto", il curioso epilogo del concorso è che il vincitore vedrà poi pubblicato il testo della poesia sulle mattonelle affisse al muro.
Da li a poco raggiungiamo nuovamente l'asilo comunale e riprendiamo la macchina.

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Today we are going to tell you about a beautiful itinerary that will take you to get to know and discover four beautiful realities operating in Bardineto.
Before we begin the route, however, we meet up near the IAT (or the kindergarten if you are better placed to recognise it) with Andrea Franchelli of Bardineto Outdoor and the guys from Wild Bormida Outdoor Adventures, Mitch and Chiara, he an environmental guide and she a travel reporter. A collaboration born from following each other on social networks and mutually admiring what we have all been doing and realising to make you get to know and love our beautiful Liguria.
You may think this is a small thing, but you are taking the wrong end of the stick!
The synergy that is created when you speak the same language, albeit with different skills and preparation, is truly universal.
After the due official introductions, we stroll a little through the narrow streets of Bardineto's historic centre where Andrea tells us a bit of local history; the origin of Bardineto has very ancient roots going back to the dawn of Prehistory. A number of discoveries, including arrowheads and various stone monoliths, have shown that Neanderthal man also settled in the surrounding areas. Strong and fearless warriors, they mainly dedicated themselves to hunting and pastoralism, given the conformation of the Bardinetese plateau. The evolution of the species refined their defensive techniques, making them undisputed masters of their territory. They did not find defeat even when fighting neither the Carthaginians nor the Romans. Even under the indomitable empire of Augustus, they remained untamed and independent.
We would have to wait until the year 500 with the first settlements of Benedictine monks who taught the inhabitants love for the land and cultivation of the fields. This is the profound significance of the municipal coat of arms: the two towers of the ancient castle with the motto 'In Campis Vita'.
It was thanks to agriculture that the locals were always able to find the means to continue their existence, even after being plundered by the Lombards and Saracens. This flourishing activity was complemented by the exploitation of forest resources: logging, chestnut and mushroom harvesting, of which there is still mention and excellence today.
The wood obtained from controlled logging was used for various purposes, large logs were sold as construction timber, while the remainder was used to create objects and for heating. In the fields, wheat mixed with rye, potatoes, beans and turnips were cultivated, while the pastures were a valuable breeding ground for valuable livestock.
In 775 Bardineto was subjugated by Charlemagne and donated to the monks of San Pietro in Varatella, not far from here and already recounted in another of our itineraries. The monks began a regime of economic development, introducing the working of iron, imported raw from the island of Elba, in the numerous ironworks located along the Bormida River. In 1142, Bardineto came under the rule of the Marquis of Savona, Enrico il Guercio, progenitor of the Del Carretto family; at that time, Frederick Barbarossa also encamped in the valley with his imposing army. Under the Del Carretto marquises, Bardineto was able to be independent and managed to endure for four centuries, going through the entire Middle Ages without ever having to engage in bloody battles to defend its borders. At the beginning of the 17th century, Bardineto came under Spanish domination first and then under the domination of Genoa, waiting until the end of the 18th century before it had to witness a clash without equal for these areas.
It was on 22 and 23 November 1795 when the prologue to the Battle of Loano (recounted in part in the issue "Loano, not conventional experiences") took place in the valley. It was between the Austro-Sardinian army under the command of General D'Argenteau and the French army of General Massena. The Austrians were defeated, defeated and decimated, leaving 4000 dead and 5000 prisoners on the field, while the crushing victory of the French earned them the supply of all the arms and food stores that Austria had set up between Finale Ligure, Loano and Savona, and opened the gates to the Peninsula, allowing them to re-establish communications with the entire Genoese coastline.
In 1814, Bardineto was finally aggregated to the Sardinian States of Savoy.
In order to relive and partially rediscover history in everyday life, despite the millennia that have passed, among the streets of Bardineto near the houses, it is possible to find 41 illustrated representations between copper sheets and Albisola ceramics that recount the most significant events of the village's daily past.
As we mentioned earlier, the farmstead trail was created with the collaboration of Bardineto Outdoor and our personal guide, Andrea Franchelli together with archaeologist Michele Costa of Wild Bormida Outdoor Adventures. The desire to create this trail was essentially born to create an itinerant route aimed at discovering some of the activities operating in the area.
We will thus give you the chance to accompany the youngest children to discover the forest (first and foremost), our main field of action, in a simple and fun way, and then combine this with the possibility of visiting four different businesses in succession.
The circular route begins after the Bardineto Church in the direction of the Castle.
Of the ancient fortress, only four sides of the high defensive curtain wall with a hexadecagonal plan, i.e. 16 sides, remain standing, destroyed in 1795 during the Battle of Loano.
We go around the castle from the side of the walls and, leaving it behind, continue uphill on Via Cave for about fifty metres until we reach a slightly uphill dirt road on our left. The road branches off in the middle of a farmstead with a green doorway, where Mr Giorgio surrounded by some chickens greets us smilingly on one side and a house with a rose-coloured façade on the other.
In this section the path is not marked, so we advise you to keep the track handy, which you can download from our website www.duezainieuncamallo.com.
From there you continue across some flat meadows to the ford of the Rio Avoiai stream, which is currently running dry. The trail turns left and begins to climb gently, quickly gaining 110 metres in altitude. On a spur of rock here is the first pictogram of route 7b, highlighted between the green and white bands of the local signs.
What opens up before us is the entire sunny valley of Bardineto, a respectable vantage point that certainly deserves a prolonged contemplative pause; the field of vision also extends to embrace in the distance Colle Scravaion and Rocca Barbena, where the river that gives its name to the valley in which we find ourselves has its source: The Bormida.
The first stretch of the Bormida, known as the Bormida di Millesimo, has its source in the municipality of Rocca Barbena and flows initially in solitude, enriching itself along the way with the contribution of innumerable streams and watercourses, including the Rio Nero, the Rio di Valle and the Rio di Vetria, the Frassino stream, the Rio delle Giaire, the Rio di Parasacco, the Rio di S. Giovanni and finally the Rio Secco.
It is important to know that the area we are passing through is an agglomeration of caves, dolines and sinkholes, all classified and catalogued by the Italian Speleological Society and listed in the Italian Manual of Speleology.
The area between the Rio Castellaro and Rio Avoiai is certainly the most interesting of Bardineto's karst area: this is where countless caves open up, almost all of which were explored and documented between 1986 and 2003 by the Gruppo Speleologico Savonese: the main ones are the 'Grotta Balbiseolo' and the 'Buranco di Bardineto'.
THE LEGEND OF THE BURANCO
And here too we run into local legends. In Liguria, it is truly amazing how you can get to the heart of different arguments by walking along just a few kilometres of paths; we are pure emotion indeed! The one we are going to tell you about now is linked to the 'Buranco legend': the story goes that at the end of November of an undefined year, a group of hunters who had set out from Bardineto to hunt hares were walking through the Buranco woods.
The guide of the expedition began to tell stories of devils and ghosts that roamed the area on dark and moonless nights. Arriving near Rocca Barbena, taken by surprise by a storm, the group found shelter and refreshment in the house of a shepherd. The old man, always alone, to entertain the chilly hunters, told them a story linked to his childhood, about the time when a group of boys from Toirano, as a test of courage, decided to lower one of their companions down a local chasm with a rope. The friend's descent into the hole lasted until a chilling scream startled them. As they withdrew the rope as fast as they could, they were chilled by the sight of their friend consumed by fire, his hair burnt and his skin scorched. Soon that deep chasm was associated with a channel to hell, and to this day it still disturbs curious passers-by who approach it to hear the wailing coming from the depths or even, as the older Bardinetesi claim, to feel the heat of the flames reaching the surface.
Knowing neither how to read nor write, we move away, increasing our pace!
At the foot of the remains of the castellaro that overlooks the beech forest, we take the path that descends to the left, among countless leaves and chestnut husks.
In about 20 minutes we reach the provincial road to Calizzano where, crossing it, we head towards the first farm on the route.
LE CANELLE FARM
The entrance to the farm is immediately via a dirt road that takes us to the Le Canelle stables in a few metres.
The farm is a breeding farm for show jumping horses where a natural approach is taken to management and training. Welcoming us is Dr Eleonora Siniscalco, a veterinary surgeon and instructor of the Happy horse happy life method. She works on the farm helping horses that have difficulty coping with life with humans and takes care of the foals' first start. The horses are left free to lead an outdoor life in herds, trying to get as close as possible to how they would behave in the wild. In 2021, Eleonora Siniscalco was awarded the title of 2nd Class Happy Horse Instructor. This method is a new path of Natural Horsemanship founded by Linda Parelli thanks to her new vision. The aim of this path is to make the world a better place for horses and the people who live with them, introducing new concepts to help those who want to improve their relationship with their horse and solve any problems.
Eleonora says: "Thanks to the possibility that Linda is giving me, I am continuing my training to improve myself and to be able to help more and more horses and people to live a happy relationship, in every field, whether it be sport, riding or simply to have an easier management.
Also for training we follow a Natural Horsemanship path that leads horses to approach sport without coercion and with trust and serenity in the man, their partner.
Also joining us for a greeting is Dr Simone Pozzi, Eleonora's husband, a horse doctor who also looks after dogs and cats.
The Le Canelle farm is home to the Asd 3 Elle Natural Horsemanship, an association of enthusiasts who carry out various activities with horses following the principles of Natural Horsemanship.
The very name of the association refers to the basic concept of Natural Horsemanship: using Love, Language and Leadership in equal measure... 3 Elle!
Courses, training events and demonstration days are held throughout the year, which you can view in the events section of their website www.lecanelle.com.
Through their contacts you can also book a tour of the company, as we did today.
Having said goodbye to Eleonora and fascinated by her reality and passion, we set off again along the provincial road, which we will have to travel for 600 metres, reaching Braia.
At the farmhouse on the left, we take the tarmac road which, via a bridge over the Bormida river, leads us onto a dirt track on the opposite side.
THE BRIGNE' FARM
The difference in altitude is eliminated and the walk becomes pleasant and sunny. It will take about 900 metres of walking to meet the second reality of the day. The Brignè farm of Massone Giacomo.
Waiting for us at the barn gate is Mara Pertuso, Giacomo's wife; cheerful and passionate, she immediately guides us through the reality that is Brignè.
"The opportunity to restructure an old stable, completely renovating it, allowed us to realise our dream. Breeding, dairy and sales all in the same building, all connected,' she explains enthusiastically.
The educational tour he takes us on begins in the cowshed, the very heart of the farm's activities: we learn about the dynamics of milking, from the freshly milked milk to the cheese ready to be enjoyed at the table.
The cows we are going to get to know are red and live free in the cowshed and in the meadows in front of it, eating exclusively local hay and NO GMO certified cereals. The choice of such a rustic and coarse breed, whose milk yield is not very high, was mainly intentional because of the unquestionable quality of the raw material, ideal for processing requirements. Adjacent to the cowshed is a modern milking parlour where the milk automatically arrives in the small dairy, ready to be processed.
The cleverly designed premises pay attention both to technological functionality and also to tradition; Mara explains: "many processes are still carried out by hand by my husband Giacomo, to give our products that special touch, from ice cream to yoghurt, milk and cheese.
The few varieties of cheese on offer always guarantee the highest quality. Through two different processing procedures of the same curd, they obtain two qualities of stracchino: the classic and creamy one and the 'softer' one, ideal to accompany piadinas and fried bread. Then there are the 'primo sale' type tomini and the seasoned toma cheese, with its delicate flavour, left to rest for more than two months on cherry boards.
And it is precisely from the whey resulting from the processing of this latter quality of cheese that ricotta is made. Outside the sphere of cheeses, there is also yoghurt, white, creamy and just the right amount of acid, and the famous Agrigelateria ice cream that can also be enjoyed in the workshop in Borghetto Santo Spirito, in Piazza della Libertà. For all information on visits, shopping in their shop and any other curiosity, you can contact Mara and Giacomo directly at www.brigne.it.
Everything you can find in the Brigneta shop is also available in some vending machines open 24/7, in Toirano in Piazza Fratelli Marchesano and in Albenga, in Viale Pontelungo, in front of the G. Bruno high school.
We say goodbye to the cows of the Brignè farm and set off again towards the completion of the first half of the route. We cross the entire Brigneta locality and enter the Cascinazzo hamlet where, near a bridge, we turn left onto a cart track that almost runs alongside the next farm we are going to visit.
CASCINA OLIMPIA FARM
This time it won't be horses or cows waiting for us, but rather we will find a beeeeeell surprise. You have already heard if not read it intoning a sumptuous bleating: goats, kids and beaks.
A wooden sign reads, Cascina Olimpia, goat farm; the road is the right one.
The thing that amazes us is that all the realities we have touched upon so far are led by young people, full of enthusiasm and a desire to tell their stories, to get involved, to get out of the ranks and take the not-so-common, simple ways to be present in the territory.
Hats off to their way of being and living their work, which hardly seems to weigh on their shoulders.
It will be Alice who welcomes us to her home, with those big eyes of someone who is just waiting to talk about herself and her ability to socialise and share her world.
We find her busy with her little eight-month-old daughter and a lot of baby goats giving birth at any moment.
The Cascina Olimpia farm is young and fresh born in 2019 and breeds Saanen, Camosciate delle Alpi and Meticce goats. In front of the stables, how could one fail to notice the large meadow reserved exclusively for them.
It is February and, although it is lunchtime with a bright sun in the sky, it is 12 degrees, so we find all the goats in the barn. Fed with self-produced hay and non-GMO cereals, these goats seem to lack nothing.
They are currently in dryland (a period in which they do not produce milk as they are close to calving) and 23 of them are or are about to become new mothers! Beautiful little goats bleat in search of their mother, witnessing this is truly an image that will remain in our hearts.
But Alice paws at telling us this:
"Goats are not goats. They are intelligent, emotional and sensitive animals with a keen awareness of themselves, their needs and their abilities. They are noble animals and I treat them as such. No personification, just a lot of respect and love. These are the values that Cascina Olimpia adopts to breed its dairy goats with care and attention, a family of around fifty animals of different ages and breeds, mostly made up of females... each with its own name, each with its own personality".
He explains that at the end of the weaning period for the newborns, i.e. more or less a month from now, the production of raw milk cheeses will begin, with both lactic and rennet (animal rennet) processing, and what will be buy will be:
- TOMINI (on request)
- RICOTTA (250 to 500 gr.)
- FRESH ROBIOLA (250/300 gr.)
- SEASONED ROBIOLA (15/20 gr. about 250 gr.)
- AROMATISED GOAT with chilli pepper and turmeric (approx. 100/150 g)
- STRACCHINELLO (soft PRIMO SALT type, approx. 250/300 g)
- TOMA STAGIONATA (45/60 days minimum, sale by the slice).
All products are sold directly on site,
subject to telephone contact for availability and times: www.cascinaolimpia.com.


CHICKENING
With our eyes full of kids, we have to go further and, having said goodbye to Alice, we reach the provincial road near the petrol station; we cross the road, paying attention to the cars that are coming, and we just continue to the side of the bus stop to get to our next destination: 'Ciuchiamoci'.
The farm's sign features the friendly silhouette of a donkey, and we at Due Zaini e Un Camallo feel right at home!
The idea to create this reality came from Matilde and her father Giacomo who, having rescued a young donkey from a 'critical' situation, became so passionate about it that they decided to dedicate their lives to it, not only professionally.
From a young age, Matilde has lived on the farm with different species of animals, but it was precisely with the donkey that she was able to feel free to establish that bond, which has since become a boundless passion, that drives her every day to believe in the Ciuchiamoci project. Supporting her passion is also Marco, her boyfriend, who after a university internship also discovered a passion for donkeys, noble steeds.
"Together we decided to pursue this project, focusing in particular on the millenary relationship between the donkey and man, how it presents different psycho-physical characteristics compared to the horse and how useful and important it has really been for man throughout history. We dwell a lot on donkey ethology and how it can, in many areas, be fundamental for emotional and personal growth'.
A choice, theirs, that focuses heavily on bringing the human being into symbiosis with the animal world. With Matilde and Marco it is possible to carry out field activities suitable for both adults and children; in this way it is possible to establish a direct and safe contact with their world, trying to learn in the most natural way possible, what is their nature. On specific days they also organise treks to discover the Bardineto trails with the very friendly Norma, Meridio and the whole donkey family! All their initiatives can be found on their social pages @ciu.chiamoci and #ciuchiamoci!
The return journey to retrieve the car at this point is very simple and straightforward: we drive for 500 metres along Via A. Roascio, passing in front of the monument dedicated to the Alpine soldiers who fell in the war, until we reach a curious little wall all covered with slabs on which poems are engraved. This is a cultural initiative promoted by the municipality of Bardineto, which takes place annually; the competition is of national interest and resonance and is dedicated to "Italo Carretto". The curious epilogue to the competition is that the winner will then see the text of the poem published on the tiles affixed to the wall.
We soon reach the municipal kindergarten again and return to the car.

Gallery percorso

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