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h 4:30

Tempo di Percorrenza

16,00 Km

Lunghezza Percorso

580 mt

Dislivello

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Quest'oggi abbiamo voluto provare un percorso del tutto nuovo, nato solo nell'estate del 2022, riscuotendo fin da subito un notevole successo per le sue peculiarità. Fortemente voluto dall'amministrazione comunale per mantenere viva la tradizione del paese che, con le sue borgate, si estende per buona parte nell'entroterra, il viaggio che faremo oggi si dilungherà lungo antiche vie ormai perdute, riportando in auge le crêuze inghiottite dalla vegetazione.
Già da com'è stato concepito sulla carta lo abbiamo ritenuto molto interessante, rendendoci poi conto che viene offerta la possibilità di abbracciare in toto gran parte del territorio cellese, entrato a far parte del circuito dei Borghi più Belli d'Italia da Gennaio 2023. Scegliamo pertanto di seguire fedelmente la traccia originale dell'itinerario cercando un posteggio nelle immediate vicinanze della prima tappa, che si trova proprio in via Firenze, al di sotto del cavalcavia dell'autostrada. Le chiese e le cappelle che andremo a visitare in questa trekkinata sono considerate da sempre un punto di aggregazione per tutte le comunità che da secoli abitano le colline retrostanti il centro storico, completando l'anello avremo modo di conoscerne la storia assaporando ancora una volta la magia della Liguria di un tempo, al ritmo lento con il quale amiamo raccontarvelo.
Lasciata l'auto, torniamo di qualche decina di metri verso la via Aurelia e ci apprestiamo a visitare il primo punto di interesse della giornata: la Chiesa dell’Assunta (1) – Località Celle Piani, la più moderna delle sette che incroceremo.
E' negli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra che viene edificata l'attuale chiesa sui preesistenti resti della cappella della Crocetta, distrutta dalle forze tedesche il 25 aprile 1945. Prima di entrarvi dentro ci salta subito all'occhio la spoglia facciata laterale sulla quale tre bassorilievi in ceramica firmati Lucio Fontana, rappresentano Maria Immacolata con San Michele intento a combattere il drago. Una volta varcata la soglia poi, lo stupore aumenta notevolmente. Nella sua unica navata si può ammirare una singolare Via Crucis dipinta con la tecnica dell'affresco, che occupa l’intera parete sinistra della chiesa, è l'unico esempio in Italia. Non passano poi inosservate le ceramiche colorate con smalti turchesi e lapislazzuli che compongono il pulpito e le acquasantiere a lato del portone principale, realizzate entrambe dallo scenografo, animatore e illustratore genovese Emanuele Luzzati.
Un edifico dall'architettura moderna unita ad opere di grande pregio di artisti che ancora oggi riconosciamo immediatamente dal tratto. Usciamo dalla parrocchiale e ritorniamo nel piazzale dove abbiamo posteggiato per proseguire oltre, sempre su via Firenze, in leggera salita. Da qui la strada è sempre dritta e non ci si può sbagliare, non si evidenziano difficoltà e raggiungiamo velocemente località Costa fiancheggiando la sponda destra del Rio Liggie. Arrivati ad un bivio teniamo la sinistra e guadiamo il rio mediante una passerella in legno di recente realizzazione; da questo punto per raggiungere la parte superiore della Costa, scusate il gioco di parole, costa fatica. Una serie inenarrabile di gradini ricavati nel costone terrazzato del crinale, ci guiderà sino alla sommità della borgata. Sarà il regno di uno spettacolare uliveto e di alcuni orti messi a dimora. Impiegheremo una decina di minuti, ancora su asfalto, per poterci dedicare alla seconda tappa del percorso: la Chiesa di San Giovanni Battista e Santa Lucia (2) - Località Costa.
Le prime notizie di questa cappella risalgono al 1606, quando viene menzionata come dedicata a San Leonardo, anche se probabilmente esisteva già precedentemente. La dedica a San Giovanni risale al 1619. La Cappella fu oggetto di numerosi interventi che terminarono nei radicali lavori di restauro del 1815 e del 1896, da cui ne conseguì l’attuale aspetto. Davanti al suo ingresso e sotto ai nostri piedi troviamo un bellissimo esempio di pavimento in acciottolato composto da pietre arrotondate seguendo la tecnica del risseu. Sviluppata in Liguria perlopiù nel Seicento, questa tecnica prevedeva l'impiego di materiale apparentemente povero che veniva sapientemente posato dai rissaieu con l'aiuto della popolazione. Sovente venivano coinvolti anche i bambini che giocavano a trovare le pietre più belle e particolari. Indietreggiamo rispetto al sagrato della cappella e aggiriamo la facciata di un'abitazione al civico 155 dove inizia un bellissimo selciato che si addentra nel bosco di macchia.
Da qui fino al prossimo point il percorso sarà tutto in piano, serpeggiando di tanto in tanto tra basse fronde e giovani ulivi, aprendosi svariate volte con viste panoramiche a 180°.
Dopo circa 2 km di cammino incontriamo il Rio Ferrari, che attraverseremo nuovamente per mezzo di un ponte in legno.
Come in precedenza, il ponte è preludio di altri gradoni che sormontano la valletta del rio, utili a raggiungere la Località Ferrari, sull'omonima via. Il dislivello aumenterà da qui in poi in modo proporzionale.
La terza tappa è ormai prossima: Chiesa di San Lorenzo e Sant'Antonio Abate (3) – Località Ferrari.
La cappella venne edificata già nella prima metà del Seicento e si ebbero ulteriori notizie solamente durante i recenti restauri. Il sagrato antistante la chiesa, anch'esso a risseau, riporta la data del 1902 ma venne rifatto nel 1994. Nel 1958 venne commissionato il rifacimento del campanile e nel 1988 ne fu ridipinta la facciata. La cappella presenta una sola navata e la pala d'altare è dedicata a Maria Vergine col Bambino.
Nella ricorrenza tutta la borgata è impegnata ad assistere alla tradizionale benedizione degli animali, e chissà se è solo una coincidenza, ma qui attorno ci sono molti gatti! Per procedere con la trekkinata dovremo ora seguire la carrozzabile che prosegue in salita tra muretti a secco e graziose villette monofamiliari davvero molto carine, tutte con orticello e giardino privato, il che rende la zona residenziale molto caratteristica.
Seguendo il segnavia delle "sette chiese" arriviamo ad abbandonare l'asfalto per risalire una lunga sterrata che finirà nella pineta del Bric Russa (244 mt). Complice la presenza di una rinnovata segnaletica verticale e pannelli informativi, effettuiamo una mini deviazione indicata come "le cucine". Si tratta dei resti di un allestimento stanziale in pietra, utilizzato dall'esercito italiano in tempo di guerra, per preparare il rancio dei soldati. Il planning riporta una foto di alcuni militari intenti alla preparazione delle pietanze che consisteva generalmente in caffè nero con fette biscottate per la colazione e una gavetta di pasta o riso in brodo con un pezzo di lesso per il pranzo. La cena invece era costituita da una minestra di verdure o legumi.
E se qui troviamo i resti delle allora cucine, poco più avanti, sulla sommità del Bric, ritroviamo il Telemetro.
Utilizzato prevalentemente durante il primo conflitto mondiale, questa torre di avvistamento era dotata di un sofisticato dispositivo ottico, il telemetro appunto, in grado di calcolare con grande precisione distanze e direzioni delle truppe nemiche, così da fornire importanti dati alle postazioni difensive di tiro, come cannoni o treni armati impegnati nel pattugliamento delle coste liguri.
Questa postazione strategica si trova nella zona detta Terra Bianca, che deve il nome alla caratteristica roccia biancastra e sfaldabile di cui è principalmente composta. Ricerche recenti individuano qui la prima zona estrattiva di argilla per la produzione di ceramiche locali.
Scattiamo qualche panoramica utile per questo articolo, facciamo una sosta in uno dei tavoli da pic-nic qui dislocati e ci rimettiamo in marcia.
Via Terra Bianca diventa ora un percorso condiviso con un tracciato di MTB, con fondo sterrato pianeggiante che ben presto lascia il posto all'asfalto; alcune stradine laterali che si dipartono verso il crinale esposto a sud non devono confondervi.
La quarta tappa la ritroveremo nei pressi della congiunzione con la Provinciale 22 in Località Brasi: Chiesa dei SS. Pietro e Donato (4).
Le prime notizie certe di questa costruzione la collocano al 1632, quando venne chiesta un’autorizzazione a celebrare messa nella Cappella dei Santi Pietro e Biagio, la sua prima intitolazione. In antitesi a questa datazione una denominazione più antica la collega ad una Ecclesia S. Petri de Costa, portandoci così nel de Cellis, nata per soddisfare le esigenze della comunità locale. più più antico edificio religioso di Celle Ligure, risalente al lontano 1181. Sul prospetto di facciata troviamo un affresco raffigurante i Santi Pietro e Paolo, risalente al XVII, ma la cosa più evidente è il pessimo stato di conservazione dell'edificio, quasi inglobato nella vegetazione. Terminata la fugace visita, imbocchiamo via Brasi sino al civico 9, dove devieremo su di una trasversale alla nostra destra in grado di condurci su via Vespa sino a raggiungere la Località Sanda, nei pressi del piccolo cimitero. Il sentiero confinante con la zona perimetrale ad ovest ci porterà verso la quinta tappa: Chiesa di S. Giorgio (5).
Nel 1530 viene citata l’Eclesia Sancti Georgi All’interno sono custodite varie opere d’arte, come un crocifisso attribuito ad Antonio Brilla, una cassa processionale dedicata al Santo ed un quadro raffigurante Nostra Signora di Misericordia, probabilmente opera di Girolamo Brusco. Quasi prospiciente alla chiesa si trova l’oratorio dedicato a San Tommaso Apostolo.
Complice la presenza di un'impalcatura temporanea che ha coperto parte della segnaletica, fatichiamo un momento per trovare la via per proseguire oltre.
Per facilitarvi il compito, basterà seguire l'acciottolato del pronao della chiesa, sul lato destro dell'abitazione vivacemente colorata; inizia così il sentiero botanico realizzato dall’Associazione Volontari Protezione Civile "Tonino Mordeglia" di Celle Ligure, con la collaborazione del comune. Sulla via è quasi obbligatorio soffermarsi al Poggio per godersi la vista. Tra ornielli e pini comuni, ci apprestiamo a oltrepassare il Bric Corvi (254 m) prima e il Bric Croi (251 m) in seguito, dirigendoci verso Torre Bregalla (261 m), antico poggio di avvistamento contro le incursioni saracene, di cui ne rimangono solo i resti relativi alle fondamenta. In questo punto si potrebbe decidere di proseguire in direzione Pecorile, tagliando di quasi 45 minuti il percorso originale, non toccando però la sesta tappa.
Noi per completezza seguiremo la traccia originale.
Abbandonato il Sentiero Botanico per continuare in direzione Cassisi, effettuiamo un dilungamento di circa 1 km per raggiungere la chiesa dei SS. Giacomo e Filippo in Località Cassisi (6).
L'edificazione originale di questo edificio è di età incerta ma la chiesetta è comunque già citata in documenti del 1586. La curiosità che si evidenzia è rappresentata dal piccolo campanile che ricorda il ben più imponente della parrocchiale di San Michele Arcangelo.
Come dicevamo poc'anzi terminata la visita, dovremmo tornare indietro per la stessa strada fin qui percorsa dal bivio precedente, superando Località Ciosa, Lassea e San Paolo per raggiungere la popolosa frazione cellese di Pecorile.
Qui sorgono due importanti luoghi di interesse, ed il primo è situato non troppo lontano dalla fine dello sterrato, che da qui in poi non incontreremo più.
Adiacente ad un piccolo parchetto pubblico con annessa fontanella per il rabbocco delle borracce, ecco la settima e ultima tappa dell' "Anello delle Sette Chiese di Celle": la Chiesa di Sant'Isidoro e Nostra Signora della Guardia (7).
La caratteristica chiesetta che compare tra gli ulivi, dedicata, oltre che alla Madonna della Guardia, anche a Sant’Isidoro, patrono degli Agricoltori, ed ai Santi Simone e Giuda, venne ultimata nel 1850 e sempre nello stesso anno, consacrata.
La chiesetta, dallo stile tipicamente ligure, pone in evidenza l’affresco sulla facciata, ovvero la tradizionale immagine di Benedetto Pareto inginocchiato dinanzi alla Madonna della Guardia di Genova.
Al suo interno sono custoditi un bassorilievo marmoreo con l’effigie della Vergine, un reliquiario di legno intagliato ed un dipinto ovale raffigurante Sant’Isidoro.
Allungando un poco l'itinerario che abbiamo ripercorso fedelmente all'originale, volgiamo alla scoperta della casa natale di Papa Sisto IV.
La palina informativa posta adiacente al piccolo porticato d'ingresso recita così:
"Il 21 luglio 1414, qui nacque Francesco della Rovere che diventerà nel 1471 Papa Sisto IV, 212° Pontefice della Chiesa Cattolica, fino alla sua morte avvenuta 13 anni dopo nel 1484. I suoi genitori furono il savonese Leonardo della Rovere e la genovese Luchina Monteleoni o Monleone, appartenente ad una famiglia nobile costretta all’esilio, che a Savona si dedicò con successo al commercio. La famiglia di Sisto IV era quindi di condizioni tutto sommato modeste, ma con i mezzi sufficienti per dare al piccolo Francesco un’educazione religiosa che gli permise studi approfonditi in campo filosofico e teologico, risalendo negli anni le scale gerarchiche sia accademiche, insegnando in diverse università italiane, fino ad essere insignito del titolo di Papa nel 1467. Sisto IV favorì la costituzione dell’Inquisizione spagnola e la crociata degli spagnoli contro i Mori.
Sotto l’impulso di Sisto IV, a Roma vennero costruiti alcuni dei monumenti che ancora oggi la rendono celebre, come il Ponte Sisto o la Cappella Sistina che, proprio a Savona, ha una “sorella minore” visitabile presso il Duomo".
La nostra escursione prosegue spedita in discesa lasciandoci alle spalle Località Pecorile per incontrare la località Roglio, nei pressi della via Aurelia passando davanti ad un antico baluardo databile al 1142, quando la Casa Fortilizia Roglio fu ripristinata a torre di avvistamento.
Riadattato di recente a confortevole B&B mantiene le imponenti caratteristiche militari e le tipiche torrette di avvistamento. La struttura conserva intatto il suo fascino, immersa ai piedi della Pineta Bottini, che raggiungiamo per mezzo di numerosi gradini, speriamo gli ultimi. . . o forse no?
In realtà per scendere verso il centro storico utilizziamo la funicolare e con poca fatica, ammiriamo la ramificazione dei caruggi sottostanti e l'orizzonte.
Per raggiungere Celle Piani, da dove siamo partiti, avanzeremo lungo la passeggiata romana che unisce l’inizio di via Alla Costa all’altezza del ponte di ferro, con l’incrocio di Via Trentun e Via Crocetta.
Una strada che ripercorre la cresta rocciosa lungo l'antico tracciato romano costruito verso l'interno per evitare gli ostacoli imposti dalla frastagliatura costiera.
Qui ammiriamo con stupore il campanile della chiesa di Nostra Signora della Consolazione, affacciata direttamente su passeggiata Colombo.
L'attuale struttura è il frutto della trasformazione dell'antico insediamento conventuale della chiesa di Santa Maria della Grotta e risalta subito agli occhi grazie alla facciata decorata a strisce orizzontali bicolore bianche e grigio-turchine.
Prima di volgere al termine della lunga giornata, non dimenticatevi di fare un salto nei pressi del castello di Celle e alla statua della Vergine dei Poveri, contemplante l'orizzonte.

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